24 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Pubblico impiego | Sanità

«Camici bianchi» in piazza contro i tagli

Sindacati confederali e autonomi al grido «La sanità non si tocca»

ROMA - Anche i «camici bianchi» scendono in piazza contro il Governo: oggi alle 12 davanti la Camera dei Deputati in Piazza Montecitorio, a Roma, i sindacati medici confederali ed autonomi, dipendenti e convenzionati, per un totale di 25 sigle, manifesteranno in camice bianco con lo slogan «La sanità non si tocca».

«Questo Governo - spiega Massimo Cozza, segretario nazionale Fp-Cgil Medici - dopo averci insultato con il ministro Brunetta, definendoci macellai e fannulloni, ci ha colpito 16 volte: taglio delle risorse per la sanità, congelamento della retribuzione, blocco del contratto e delle convenzioni, stop al turn over, precari dimezzati, spesa per la formazione al 50%, precarietà degli incarichi, pensioni posticipate e allungamento dei requisiti di età, pensione a 65 anni per le donne, TFR dopo due anni e poi diluito in tre, rottamazione per chi ha 40 anni di contributi, trasferimenti regionali unilaterali, prelievo forzoso oltre i 90mila euro, decurtazione per malattia, limitazione al diritto al part time, aumento dell'Iva a carico dei medici di famiglia».

L'Epsu, il sindacato europeo dei servizi pubblici, sta effettuando una ricerca sui salari del personale ospedaliero in Europa, e i primi dati, rende noto la Cgil, vedono i medici italiani retribuiti meno dei loro colleghi francesi, tedeschi e inglesi. A fronte di una retribuzione media annua dei medici italiani che al 2009 si attesta sui 75.179 euro, in Germania il contratto base valido dal maggio 2010 prevede un salario lordo medio di 86.464 euro; lo stipendio base medio annuo di uno specialista (consultant) del sistema sanitario nazionale britannico, dopo 10 anni di carriera, dal 1 aprile 2010 è di 102.790 euro (89.370 sterline); in Francia la media annua di un medico ospedaliero a tempo pieno (dati 2008) è di 115.727 euro.

«Comprendiamo che in una fase di crisi si debba chiedere uno sforzo ha chi guadagna di più. E i medici non si sottraggono certo a questa necessità, nonostante siano già sottopagati rispetto ai colleghi francesi, inglesi e tedeschi. Le manovre del Governo - conclude Cozza - hanno reso sempre più difficile il nostro lavoro, dequalificandolo e assoggettandolo a logiche politiche e ragionieristiche».