19 aprile 2024
Aggiornato 13:00
La crisi del debito in Europa

Sarkozy dalla Merkel, mentre Berlusconi festeggia con Putin

Parigi: «Da Obama pieno sostegno alla strategia franco-tedesca». Fillon: «La crisi minaccia sessant'anni di costruzione europea». Per il New York Times la crisi è peggiore della Grande Depressione. Giovedì a Bruxelles incontro Papandreou-Van Rompuy

BERLINO - Una «confederazione europea» da realizzare entro il 2020, con la generalizzazione del voto a maggioranza qualificata in Consiglio Ue, la fusione del ruolo di presidente del Consiglio europeo con quello di presidente della Commissione europea, più una modifica del sistema di voto nel consiglio dei governatori della Banca centrale europea, con l'abbandono del principio un paese un voto e l'introduzione di un sistema ponderato proporzionale alla partecipazione al capitale della Banca stessa; infine, una migliore strutturazione dell'Eurogruppo, con un segretariato e un direttore permanenti e una presidenza rafforzata, nonché una migliore definizione dei vertici dell'Eurozona. Sono i punti principali della riforma del Trattato Ue che la Cdu, il partito di Angela Merkel, dovrebbe proporre in una mozione al suo congresso di Lipsia, a metà novembre, secondo quanto ha riportato il settimanale tedesco Der Spiegel.
Di una riforma del Trattato Ue per approfondire la 'gamba' economica dell'Eurozona parlando sempre più insistentemente Angela Merkel e il suo ministro delle Finanze Wolfgang Schauble, come soluzione di lungo periodo per evitare il ripresentarsi di crisi che come quella attuale mettano a rischio la stabilità dell'Eurozona.

Fillon: «La crisi minaccia sessant'anni di costruzione europea» - L'Europa si trova «seduta su un vulcano che in qualsiasi momento può far saltare il continente» e la crisi attuale rischia di «mettere in pericolo sessant'anni di costruzione europea»: lo ha affermato il premier francese François Fillon.
«Non crediate che esageri: se nel 2008 il fallimento di una banca d'affari negli Stati Uniti ha messo in ginocchio il sistema finanziario provocando una recessione nel mondo intero, l'attuale crisi può mettere in pericolo sessant'anni di costruzione europea, la prosperità dell'Europa, il suo contratto democratico, la sua unione monetaria e la sua unità politica», ha spiegato Fillon intervenuto davanti ai deputati del Nuovo Centro, formazione alleata dell'Ump al potere.
Secondo il premier francese sono all'opera «i nostalgici del protezionismo, i fautori di un'Europa divisa, i difensori di un'uscita dall'euro» e «nella situazione attuale occorre riconoscere che i loro argomenti possono fare breccia nell'opinione pubblica».
Quanto alla Grecia, Fillon ha sottolineato come «il nostro dovere di solidarietà europea sia di cooperare» con Atene: «In una famiglia non si lascia indietro chi cammina più lentamente, altrimenti non c'è più alcuna famiglia».

Per il New York Times la crisi è peggiore della Grande Depressione - La crisi finanziaria come la Grande Depressione? Per David Leonhardt non è così. Purtroppo per noi, il capo della redazione di Washington del New York Times sostiene che la recessione degli anni Trenta conteneva in sé le premesse per il boom economico successivo mentre l'attuale crisi non presenta alcuna base su cui costruire il futuro economico degli Stati Uniti.
Nonostante la miseria post Grande Depressione, scrive Leonhardt, negli anni Trenta l'economia americana ha fatto degli enormi passi in avanti: sono stati inventati la televisione e il nylon, furono commercializzati i frigoriferi e le lavastoviglie, le ferrovie divennero più veloci e le strade furono migliorate. Come sostiene lo storico Alexander Field, gli anni Trenta «sono stati il decennio con più progressi tecnologici del decennio», caratterizzati al contempo da una delle peggiori fluttuazioni del ventesimo secolo e responsabili per alcuni dei cambiamenti strutturali più importanti di sempre. Come allora, l'attuale congiuntura economica è caratterizzata da un insieme di problemi di breve (la crisi finanziaria) e di lungo termine (il rallentamento nella creazione di nuovi settori industriali, la stagnazione nel campo dell'istruzione e la rapida crescita di settori ambivalenti, come quello finanziario e sanitario).

Ma per Leonhardt, i motivi di preoccupazione oggi sono numerosi - Il problema maggiore è che l'economia non ha fatto molto per migliorare la sua capacità produttiva. Ha ridotto le inefficienze e migliorato la produttività ma non ha portato allo sviluppo di alcun nuovo settore industriale dove possano trovare impiego il gran numero di lavoratori in eccesso: non c'è alcuna versione contemporanea del boom delle ferrovie del 1870; non c'è una nuova industria paragonabile a quella automobilistica degli anni Venti; e nemmeno una nuova internet.
Inoltre, l'economia americana sembra soffrire anche di un'allocazione di risorse approssimativo -in parte non controllabile da Washington (il riferimento è alla svalutazione dello yuan da parte della Cina). Ma perlopiù attribuibile a tre settori in larga parte improduttivi come quelli finanziario, sanitario e immobiliare che contribuiscono alla creazione di posti lavoro nel breve termine ma non assicurano nulla nel lungo.
Si unisce al coro l'economista di Harvard Lawrence Katz, «il problema del settore sanitario è simile a quello del finanziario: gente di talento spreca tempo in attività improduttive. Il problema vero (di questa crisi) non sono i licenziamenti quanto la mancanza di assunzioni».
Se la storia dovesse ripetersi, la situazione dovrebbe prontamente migliorare, sostiene Leonhardt. Ma per adesso le prove per un tale ottimismo sono poche e l'economia è lontana milioni di posto di lavoro da poter esser considerata sana.

Parigi: «Da Obama pieno sostegno alla strategia franco-tedesca» - Il presidente statunitense Barack Obama ha avuto un colloquio telefonico con l'omologo francese Nicolas Sarkozy al quale ha confermato «il pieno sostegno alla strategia» franco-tedesca per cercare di arginare la crisi del debito: lo ha reso noto l'Eliseo.
Sarkozy ha riferito a Obama l'esito dell'incontro di ieri con il Cancelliere tedesco Angela Merkel e ha sottolineato come Berlino e Parigi «abbiano raggiunto un accordo per fornire una soluzione durevole e globale alle difficoltà dell'Eurozona prima del vertice del G20 a Cannes», previsto il 3 e 4 novembre prossimi.

Van Rompuy: Consiglio UE del 17-18 rinviato al 23 ottobre - Slitta al prossimo 23 ottobre il vertice tra leader europei previsto per il 17 e 18 ottobre: ad ufficializzare il rinvio è stato il presidente del Consiglio europeo, Herman van Rompuy. L'ipotesi di uno slittamento era stata precedentemente evocata da indiscrezioni di stampa, trovandosi i leader europei nella necessità di darsi più tempo per approntare una riposta complessiva alla crisi finanziaria.
Oltre alla questione di una nuova tranche di aiuti alla Grecia, l'Ue si è da poco impegnata a approntare un piano di interventi coordinati tra paesi volto a favorire le ricapitalizzazioni delle banche.
Ieri su questa vicenda si è svolta una bilaterale Francia-Germania, che hanno riaffermato la volontà comune di procedere con le ricapitalizzazioni, mentre sul tutto è attesa nei prossimi giorni una proposta della commissione europea.

Atene: Giovedì a Bruxelles incontro Papandreou-Van Rompuy - Il premier greco George Papandreou incontrerà giovedì a Bruxelles il presidente dell'Ue, Herman Van Rompuy: lo hanno reso noto fonti della presidenza del Consiglio greca senza indicare quale sia l'agenda dei colloqui.
Un vertice dell'Ue sulla crisi del debito era in programma il 17 e il 18 ottobre, ma l'Eurozona deve ancora applicare il piano di salvataggio dell'economia greca adottato nel luglio scorso, mentre sono in corso le trattative per il varo di un piano di ricapitalizzazione delle banche esposte al rischio di un default greco.
Ieri Francia e Germania hanno promesso «riposte durevoli e globali» alla crisi entro la fine di ottobre, mentre una decisione riguardo allo sblocco della nuova tranche di aiuti alla Grecia dovrebbe arrivare entro il prossimo 24 ottobre, dopo la presentazione del rapporto della troika dei creditori (Ue, Fmi e Banca Mondiale).

Bocchino: «Il problema dell'Italia è nel manico, il rating della Francia lo prova» - «La tripla A della Francia confermata stamane da Standard&Poor's è l'ennesima dimostrazione che la cantilena usciremo dalla crisi meglio degli altri è stata una fiction dannosa per il Paese. L'agenzia ha premiato gli impegni sul debito di Parigi, mentre il governo italiano ha fatto finta di non aver mai ricevuto una puntuale lettera della Bce». Lo ha affermato il Vicepresidente Fli Italo Bocchino, sottolineando che «la vera differenza tra noi e i francesi è il manico».
«Mentre ieri Sarkozy si interrogava sul futuro dell'Europa insieme ad Angela Merkel - ha detto ancora Bocchino- il nostro Premier era nella dacia di Putin per una festa di compleanno. Il 'fattore Berlusconi' danneggia il Paese, tiene alto lo spread dei nostri titoli di Stato e ci procura bocciature a ripetizione da parte delle agenzie di rating. La sua uscita di scena è la premessa per far riacquistare credibilità alla nostra Italia».