25 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Assegnati i Premi Nobel dell'Economia

I Nobel: «Le difficoltà negli accordi sulla crisi sono tutte politiche»

Sims e Sargent premiati per il lavoro sulle relazioni causa-effetto: «Se la moneta unica vuole sopravvivere, l'Eurozona deve trovare un modo di condividere il peso dei bilanci e di delegare la competenza sui bilanci alla BCE»

PRINCETON - La crisi del debito pubblico dell'Eurozona è di facile soluzione da un punto di vista economico, ma difficile politicamente: lo hanno affermato i neo-premi Nobel per l'Economia, Christopher Sims e Thomas Sargent.
«Se la moneta unica vuole sopravvivere, l'Eurozona deve trovare un modo di condividere il peso dei bilanci e di delegare la competenza sui bilanci alla Bce», ha spiegato Sims, secondo il quale «oggi nessuno di questi legami appare chiaro e se gli europei cercheranno di tornare a un sistema nel quale non esiste alcuna controparte di bilancio alla Bce le prospettive rimarranno negative».
Sargent ha invece paragonato la situazione dell'Eurozona a quella delle tredici colonie americane immediatamente dopo l'indipendenza dalla Gran Bretagna, gravemente indebitate e che decisero di ristabilire la loro credibilità finanziaria unendo i propri bilanci con la Costituzione del 1787: «Si trattò di una soluzione globale, applicata con un certo ordine: non esistono questioni nuove per la teoria economica nel caso dell'Europa e dell'euro, la difficoltà è tutta politica».

Il Nobel per l'Economia a due americani, uno sorpreso, l'altro sorprendente - Il primo a dirsi «sorpreso» è stato proprio uno dei due premiati, Christopher Sims, economista americano 69enne che insegna alla Princeton University, buttato giù dal letto per il collegamento in diretta con l'Accademia Reale delle Scienze di Svezia, dove poco prima era stata annunciata la sua premiazione con il riconoscimento più prestigioso: il Nobel. Ma in realtà ancora più sorprendente potrebbe essere la contestuale premiazione del suo connazionale Thomas Sargent, 68enne professore della New York University.
Perché secondo alcuni le sue teorie sulla «razionalità» dei mercati hanno contribuito a creare l'opinione che non esistesse la bolla immobiliare che si era create negli Usa prima della crisi, e che scoppiando l'ha esacerbata.
Ad ogni modo anche Sims oggi ha dato di che discutere. Pochi minuti dopo l'annuncio sul Nobel, dalla sala stampa è stato raggiunto telefonicamente (mentre dall'altra sponda dell'Atlantico erano le 7 del mattino) e gli è stato chiesto dove mai, in questa caotica crisi finanziaria globale, un Nobel per l'economia avrebbe potuto investire i suoi soldi. «Probabilmente li lascerei liquidi per un pò, e poi vedrei». In pratica: meglio stare fuori dal mercato.

I due economisti sono stati premiati per i contributi che con i loro studi - condotti in maniera separata, anche se hanno aspetti che li legano - hanno fornito a spiegare i rapporti di causa-effetto a livello macroeconomico. Cioè le relazioni che intercorrono tra crescita economica, fiducia di imprese e famiglie, risparmio, inflazione, tassi di interesse o misure di politica economica.
Sargent «ha mostrato come la macroeconometria strutturale possa essere utilizzata per analizzare i cambiamenti permanenti nella politica economica», recita il Comunicato dell'Accademia svedese.
I suoi metodi si possono applicare allo studio delle reazioni di imprese e famiglie agli sviluppi sul fronte dell'economia. Solo che secondo il Financial Times le sue sono appunto teorie «controverse», ad esempio quella della implicita impotenza delle politiche economiche a modellare gli eventi economici.
Sims ha invece sviluppato un metodo - battezzato autoregressione vettoriale - che analizza come l'economia venga influenzata da mutamenti temporanei sulle politiche e in altri fattori. Metodo che è stato utilizzato per analizzare gli impatti delle variazioni dei tassi di interesse da parte delle banche centrali.
E ne è emerso che da un aumento dei tassi, manovra volta a limitare l'inflazione, se l'impatto negativo sull'economia è quasi immediato, quello calmierante sui prezzi richiede tra uno e due anni.

Il Neo Nobel Sims consiglia: «Tenere i soldi liquidi» - Cosa farebbe un premio Nobel all'economia con i propri soldi in mezzo a questo caos di crisi finanziaria globale? Semplice: «probabilmente li lascerei liquidi per un po', e poi vedrei». Così Christopher A. Sims, professore dell'università di Princeton e soprattutto appena insignito del massimo riconoscimento sulle scienze economiche ha spiegato, in estrema sintesi, la sua strategia di investimento.
La domanda sul che fare con i propri soldi gli è stata rivolta direttamente dalla sala stampa dell'Organizzaizone sui premi Nobel. Poco dopo gli annunci - che lo hanno visto premiato assieme al suo connazionale Thomas Sargent, dell'università di New York - è stato infatti allestito un collegamento con il cattedrato Usa a favore dei giornalisti presenti. Oltre all'ovvio compiacimento, Sims si è detto sorpreso del premio.