25 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Mercato immobiliare

Contratti di timesharing poco chiari: Confconsumatori vince in appello

Quasi 9 mila euro torneranno nelle tasche di una coppia di Trieste: «se il venditore è fallito ci si può rivalere sulla finanziaria collegata»

PARMA - La promessa di una multiproprietà da sogno alle Baleari aveva trascinato una coppia di Trieste in un vortice di contratti indefiniti e rate da pagare. Grazie a Confconsumatori la coppia di associati aveva ottenuto l'annullamento del contratto d'acquisto (e del contratto di finanziamento collegato) per assoluta indeterminatezza del soggetto. Oggi la Corte d'Appello ha confermato quella vittoria con sentenza n. 349/11, condannando la società venditrice e la finanziaria alla restituzione di quasi 9 mila euro, comprese le spese di lite.

La Corte ha accertato la nullità del contratto d’acquisto di un certificato di associazione del complesso turistico residenziale «Mediterranean Club Cala PI» sito nelle isole Baleari a causa della sua assoluta indeterminatezza. Secondo il giudice d'appello, come per quello di primo grado, non è ben chiaro l’oggetto del contratto, consistente nell’acquisto di un mero certificato d’iscrizione e non è direttamente individuabile in un vero e proprio diritto di soggiorno. La società venditrice del relativo pacchetto di timesharing è stata dunque condannata alla restituzione dell’acconto versato dagli acquirenti.

Incontestabile il collegamento tra contratto di acquisto e quello di finanziamento, anch'esso annullato per l’effetto. La finanziaria dovrà restituire quanto ratealmente pagato dai consumatori. Il tutto, comprese le sperse di lite, per complessivi 8.837,23 ¤.

La sentenza, secondo l’avv. Giovanni Franchi, legale Confconsumatori che ha difeso in giudizio la coppia insieme al presidente dell’associazione del Friuli Venezia Giulia avv. Augusto Truzzi, «conferma così l’orientamento giurisprudenziale espresso da diverse altre sentenze dei Tribunali di Trieste, di Verona e di Parma, per le quali il contratto di finanziamento deve ritenersi strettamente connesso a quello d’acquisto».

Sempre per l’avv. Giovanni Franchi «è di particolare importanza il fatto che la Corte ha confermato la condanna della società che aveva concesso il finanziamento alla restituzione di quanto versatole dalla coppia. I consumatori sanno così che potranno chiedere il rimborso delle somme versate anche alla finanziaria, non più solo ai venditori, ormai tutti dichiarati falliti anche a causa e grazie alle cause promosse da Confconsumatori».