18 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Rutelli sprona la Marcegaglia: «Ora la discontinuità va pretesa»

Marcegaglia al Governo: «La credibilità dell'Italia è minata»

Il Presidente di Confindustria: «Serve recuperare sui mercati e servono vere riforme. Sulle misure per lo sviluppo la nostra voce sarà ferma». Brunetta alla Marcegaglia: «La responsabilità è anche sua»

MODENA - «Lo scenario italiano è drammatico. Non si può più andare avanti» in questo modo, perché «la credibilità del paese è minata». Lo ha ribadito il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia che è tornata a chiedere un «recupero di credibilità sui mercati» e «vere riforme».
«Lo scenario italiano è drammatico - ha detto Marcegaglia nel corso di una conferenza stampa nella sede di Acimac a Baggiovara -. Ogni giorno richiamo questo fatto: non si può più andare avanti» e «la credibilità del paese è minata». «L'aumento dello spread - ha aggiunto la leader degli industriali - non è un numero che riguarda solo la speculazione finanziaria, ma impatta drammaticamente la vita di tutti noi» anche perché in questa situazione «è impossibile sostenere nuovi investimenti».
All'Italia, secondo Marcegaglia, occorre «recuperare una forte credibilità sui mercati» e mettere mano a «serie riforme».

Tempo scaduto, c'è bisogno di discontinuità - In Italia «c'è bisogno di discontinuità» perché «il tempo è scaduto». Ne è convinto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia: «Non sta a noi dire» quale tipo di esecutivo debba essere chiamato a guidare il paese, lo deve decidere il parlamento o il presidente della Repubblica.
«Non sta a noi dirlo quale tipo di governo deve andare a sostituire quello guidato ora da Berlusconi . C'è un Parlamento che deve decidere e un presidente della Repubblica». «Il tempo è scaduto - ha aggiunto - il paese ha bisogno di discontinuità e di una forte strategia per la crescita, altrimenti i problemi sono seri».

«Il G7 non è stato soddisfacente, è preoccupante» - Il risultato del vertice delle Finanze di Marsiglia della scorsa settimana «non è stato soddisfacente» perché ha rimandato la decisione sul salvataggio della Grecia: la «situazione è preoccupante». Per il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, va assolutamente salvato l'euro e l'indecisione dell'Europa e la situazione politica della Germania, con un indebolimento del cancelliere Angela Merkerl «è preoccupante».
«Il risultato di questo G7 non è stato soddisfacente, perché si è rimandato a ottobre una nuova decisione sulla Grecia». La situazione, secondo il leader degli industriali «è preoccupante»: «sarà necessario arrivare ad un salvataggio vero della Grecia» e «salvare l'euro perché questo è essenziale».
«Purtroppo - ha proseguito - le decisioni che arrivano dall'Europa non sono soddisfacenti, anche la situazione tedesca, il fatto che la Merkel perda spesso le elezioni nei vari lander non aiuta. Però io credo che l'euro sia un grande valore da salvaguardare». Anche l'Italia, secondo Marcegaglia, deve fare «i compiti a casa, perché continuiamo ad avere uno spread rispetto al bund molto alto, vicino a 400, maggiore a quello spagnolo, questo significa che siamo meno credibili rispetto alla Spagna».

«No a patrimoniali spot, alibi per politici» - Un patrimoniale «spot» per abbassare il debito del paese di pochi punti col rischio di recuperarli nel giro di qualche mese non è il modo migliore per affrontare una seria riforma fiscale. Confindustria chiede di «abbassare le tasse a lavoratori e imprese» e si dice disponibile ad alzare «eventualmente quelle su cose e sull'Iva».
«Serve una riforma fiscale che abbassi le tasse su chi tiene in piedi questo paese, i lavoratori e le imprese ed eventualmente le alzi sul resto, sulle cose, sull'Iva». «Noi - ha aggiunto - abbiamo detto di essere disponibili a ragionare su una piccola tassa sui patrimoni, ma non di patrimoniali spot, una tantum, che abbassano il debito da 120 a 100. Sono contraria perché darebbe l'alibi ai politici a continuare a spendere e ad aumentare la spesa pubblica non sorbirebbe a niente nel giro di pochi anni torneremmo ai 120. Non è quello che serve».
«Servono riforme vere - ha concluso Marcegaglia - che riducano la spesa pubblica e il costo del funzionamento del paese».

«Sulle misure per lo sviluppo la nostra voce sarà ferma» - Domani alla nuova riunione al Tesoro fra i ministri e i rappresentanti delle banche e delle imprese (oltre a Confindustria e Abi parteciperanno anche i rappresentanti di Rete imprese Italia) sulle nuove misure da adottare per lo sviluppo, gli industriali porteranno «in modo molto chiaro le loro proposte che dovranno essere approvate subito» perché «se continuerà questa situazione di stallo, se il Governo non è in grado di prendere decisioni difficili» per garantire il rilancio, allora «la nostra voce non sarà rassegnata, sarà ferma». Per il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia «la situazione» in Italia «è difficile» e «non ci stiamo a tenere una situazione che rischia di buttare via gli sforzi fatti per decenni».
«Non tolleriamo più la situazione di stallo del nostro Paese dove non si fanno le cose che si devono fare, si aspetta, si sta lì fermi, magari per tenere ferma la situazione, per non andare incontro a una crisi di governo, per non cambiare gli equilibri di governo e gli equilibri politici in generale».
«Questa situazione non è sopportabile - ha aggiunto la leader degli industriali -. Siamo in una situazione molto difficile, i 380 basis point di spread sono pericolosissimi se si mantengono per molto tempo».

Brunetta alla Marcegaglia: «La responsabilità è anche sua» - «Alla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che chiede continuamente nuovi interventi e nuove misure e riforme, si può rispondere, con tutto il rispetto, che la credibilità del paese viene minata, anche e forse soprattutto, da troppo frequenti segnali di nervosismo». Lo dichiara in una nota il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta.
«La riforma delle pensioni - dichiara - è stata fatta dal 1992 a oggi dai governi Amato, Dini, Prodi e soprattutto dal governo Berlusconi. Va solo completata con misure che, in ogni caso, sono all'ordine del giorno di questo esecutivo e che vanno lette dal punto di vista della sostenibilità e dell'equità intergenerazionale. Per quanto riguarda la riforma fiscale, il Governo non solo ha presentato il disegno di legge delega per la riforma del fisco e dell'assistenza ma si è impegnato ad approvarlo in Parlamento nel più breve tempo possibile».
«Che senso ha negare tutto questo? - si chiede Brunetta - che senso ha negare che dal 2008 questo Governo ha operato un'azione di risanamento dei conti pubblici che, sul periodo 2008-2014, determinerà correzioni annuali di bilancio per un totale di oltre 265 miliardi di euro? Che senso ha negare che l'obiettivo di pareggio del bilancio al 2013, fatto straordinario ed epocale, sia assolutamente alla nostra portata, senza inutili e anzi dannose patrimoniali? Che senso ha tacciare di scarsa credibilità un Governo e un Parlamento che, invece, hanno dato prova di assoluta responsabilità e reattività? In certi momenti il senso di responsabilità e la credibilità spettano non solo a chi guida il paese, ma anche a chi rappresenta interessi organizzati e ha il dovere di farsi carico degli interessi generali e non solo di quella parte».

Rutelli sprona la Marcegaglia: «Ora la discontinuità va pretesa» - «Il problema del nostro Paese è che l' Italia rischia di essere coinvolta e travolta da una crisi che tocca il nostro paese, l'euro, l'Europa» e non le inchieste e le vicende personali di Silvio Berlusconi. Per questo «sono d'accordo con la richiesta della presidente di Confindustria Marcegalia. E, anzi, mi aspetterei che ora le parti sociali pretendano la discontinuità, non solo la invochino».
Lo ha affermato il presidente Api Francesco Rutelli, ospite di Sky Tg 24, sottolineando come a suo giudizio «discontinuità non significa certo nè mandare avanti un governo agonizzante come questo, nè elezioni anticipato. Ma un governo di larga convergenza che affronti l'emergenza economia in modo robusto, come ha fatto a suo tenpo la germania, evitando che si vada avanti con manovre tampone».
«Berlusconi - ha detto ancora Rutelli - deve fare un passo indietro. Serve un Premier indicato dal Capo dello Stato, con ministri scelti da questo Premier: adatti per far fronte e dare risposta alla crisi».