29 marzo 2024
Aggiornato 09:00
Manovra economica

Damiano (Pd): «Sciopero? Ora serve il massimo di coesione»

L'ex Ministro del Lavoro: «L'Articolo 8 del decreto di finanza pubblica è pericoloso»

ROMA - La Cgil può legittimamente decidere lo sciopero generale, ma per il Pd sarebbe meglio evitare soluzioni che dividono il fronte sindacale in questo momento. Cesare Damiano, deputato Pd, ex ministro del Lavoro ed ex dirigente Cgil, ha commentato così la decisione del sindacato guidato da Susanna Camusso: «Un partito non può interferire sulle decisioni sindacali, sulle scelte di contenuto o di mobilitazione. Al tempo stesso, è evidente che la scelta della Cgil sullo sciopero sta creando una situazione diciamo di contrapposizione tra i sindacati».

«Nessuno - ha proseguito - mette in dubbio la legittimità di questa scelta, stante anche la pesantezza della manovra del governo e soprattutto la mancanza in questa manovra di equità sociale e di interventi per lo sviluppo e l'occupazione. Ciò detto, è evidente che come Pd noi abbiamo lavorato e lavoreremo perché divisioni che ci auguriamo siano momentanee vengano superate: in questo momento è fondamentale il massimo di convergenza e di coesione, come si era positivamente e magistralmente verificato il 28 giugno scorso».

Inoltre, ha detto Damiano, «registriamo anche diversità di posizioni sulla manovra a partire dal cosiddetto articolo 8 del decreto di finanza pubblica: su questo punto, come partito, fin dall'inizio abbiamo rilevato la pericolosità della norma, che assegna alla contrattazione aziendale la possibilità di derogare leggi e contratti. Senza che quegli accordi vengano sottoposti alla prova della certificazione di rappresentatività di chi li firma e al voto di rsu o lavoratori. Un passo indietro rilevante, rispetto alla stessa intesa del 28 giugno. Inoltre la derogabilità riguarda lo statuto dei lavoratori, l'articolo 18, che potrebbe consigliare le imprese meno responsabili ad utilizzare una possibilità di licenziamento stipulando specifici accordi aziendali, in un momento come l'attuale in cui saremo costretti a fare i conti con un vero e proprio shock occupazionale».