Oggi il Direttorio BCE
Da mesi interrotto il programma di acquisti mirati su bond eurozona mentre la FED sta ipotizzando una nuova tornata di misure espansive
ROMA - Sarà tutto fuorché una riunione vacanziera quella di oggi tra i governatori della Banca centrale europea. Cade in un agosto arroventato dalle tensioni di mercato, che hanno nuovamente preso di mira i titoli di Stato di diversi paesi dell'area euro, tra cui l'Italia, e innescato nuovi pesanti indebolimenti delle Borse. Un quadro che solleva interrogativi su possibili mutamenti di rotta sul percorso di aumento e 'normalizzazione' dei tassi di interesse da poco avviato dall'istituzione di Francoforte: in buona sostanza sul se verrà tutto bloccato.
Non sono attese variazioni sui tassi di interesse, mentre appare scomoda la posizione in cui viene a trovarsi la Bce: questa nuova fase di tensioni sull'area euro si è innescata quasi in concomitanza con l'ultimo rialzo che l'istituzione ha operato sul costo del danaro, portandolo un mese fa all'1,50 per cento. E nel frattempo ha continuato a non intervenire sui mercati obbligazionari, come invece aveva fatto massicciamente un anno fa per cercare di bloccare le crescenti tensioni sui bond della Grecia e di altri paesi. Da 18 settimane l'ammontare degli acquisti di bond dell'area valutaria da parte della Bce - operazioni mirate ai segmenti di mercato sotto tensione - resta inchiodato a 74 miliardi di euro.
Ieri in mattinata si erano nuovamente accumulate tensioni anche sui titoli di Stato di Italia e Spagna, portando a ulteriori aumenti dei rendimenti sulle emissioni in circolazione e a nuovi record dei differenziali (spread) rispetto ai titoli della Germania. Tensioni che tuttavia si sono moderate con il passare delle ore, mentre secondo alcuni analisti si facevano sentire attese di possibili misure a livello europeo, forse dalla stessa Bce.
Ad ogni modo nella passata riunione, pur rilevando un rallentamento dell'economia, allora stimato come momentaneo, il Consiglio direttivo dell'Eurotower si era nuovamente concentrato sui crescenti rischi inflazionistici, che invece ora sembra attenuarsi secondo diversi indicatori. A luglio invece, secondo Eurostat, l'inflazione media nell'area valutaria ha segnato un rallentamento dal 2,7 al 2,5 per cento. E intanto dal fronte della ripresa economica giungono segnali sempre più inquietanti. Dopo dati ben più deboli del previsto sul Pil americano del secondo trimestre, le indagini sull'attività tra le imprese hanno segnalato dinamiche di quasi stagnazione dalle due sponde dell'Atlantico.
Infine ma non ultimo, la Bce si trova ad aver imboccato un percorso restrittivo mentre negli Stati Uniti la Federal Reserve sta all'opposto ipotizzando una nuova tornata di misure espansive, in particolare acquisti di titoli di Stato finanziati battendo virtualmente nuova moneta. Una strategia che peraltro la Bce non ha mai operato: anche i suddetti limitati acquisti di emergenza su bond dell'area euro sono stati sempre eseguiti drenando dal circuito liquidità per ammontare equivalenti.
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