20 marzo 2023
Aggiornato 13:00
Le decisioni del Tribunale di Torino

Fiat, legittimo l'accordo di Pomigliano. Fiom rientri in fabbrica

Ma il Lingotto condannato per condotta antisindacale

TORINO - La Fiom deve rientrare a Pomigliano d'Arco. Lo ha stabilito il giudice del tribunale del lavoro di Torino Vincenzo Ciocchetti, secondo cui la Fiat è responsabile di comportamento antisindacale.
Ciocchetti ha giudicato legittimo l'accordo di Pomigliano e non ha ritenuto che nella costituzione di Fabbrica Italia Pomigliano ci sia stata la violazione dell'articolo 2.112 del codice civile sul trasferimento del ramo d'azienda, come sostenuto dai legali della Fiom. Ciocchetti ha invece stabilito che c'è stata la violazione dell'articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori, e che la Fiom deve riottenere i diritti relativi alla agibilità sindacale, quindi avere propri rappresentanti nelle Rsa, possibilità di indire le assemblee, uso della bacheca e dei locali sindacali.
Una sentenza quella di Torino che è giunta ieri sera, dopo sette ore di dibattimento e sei di camera di consiglio.

Soddisfatto Maurizio Landini, leader della Fiom, che preannuncia ricorsi individuali sotto quest'ultimo aspetto. Meno la Fiat, che sembra soddisfatta perché l'impianto contrattuale di Pomigliano è stato accolto, ma ha annunciato: ora dovranno essere valutate le conseguenze sul piano di investimenti per Fabbrica Italia. «Si ritiene necessario procedere ad un accurato esame del provvedimento per valutare l'impatto della decisione del giudice sulla praticabilità dei piani di investimento annunciati» ha fatto sapere il Lingotto tramite un portavoce.

Perplessi ieri sera i legali della Fiat, secondo cui la sentenza «aggira completamente la disposizione di legge che afferma che le Rsa sono formate soltanto dai sindacati firmatari degli accorsi» ha osservato Raffaele De Luca Tamajo, che relativamente a questo aspetto ha preannunciato di voler ricorrere in appello. «Ci volevano buttare fuori e siamo piu' dentro degli altri» ha commentato il legale della Fiom Piergiovanni Alleva. Gli altri sindcati presenti in aula sembrano soddisfatti, ma hanno richiamato anche il Lingotto agli impegni annunciati su Fabbrica Italia. «A nostro avviso - ha osservato il leader Fismic Roberto di Maulo - ci sono tutte le condizioni affinche' il piano Fabbrica Italia cominci a dispiegarsi non solo a Pomigliano». Per Bruno Vitali, segretario nazionale Fim «si e' stabilita la piena validita' degli accordi facendo giustizia di tutte le bugie della Fiom da un anno a questa parte». Piu' pungente Rocco Palombella, segretario nazionale Uilm: «La Fiom ha fatto questa causa per rilegittimarsi sul piano sindacale e per farlo ha bisogno dell'aiuto dei giudici». Per Antonio D'Anolfo segretario nazionale Ugl e' una «sentenza che rispecchia le ragioni che ci hanno portato a difendere questo contratto. Adesso l'azienda deve rispettare gli impegni presi».