Bce verso un nuovo rialzo dei tassi d'interesse
Ripresa in affanno, tensioni bond e scontro UE con le agenzie di rating
FRANCOFORTE - Nonostante il moltiplicarsi di segnali di indebolimento della ripresa economica e le perduranti tensioni sui titoli di Stato dell'area euro, appare quasi certo che domani la Banca centrale europea proceda ad una nuova stretta sui tassi di interesse. A Francoforte torna a riunirsi il Consiglio direttivo, e viste le indicazioni giunte a più riprese nelle scorse settimane dalla stessa Eurotower è condivisa la previsione di un rialzo sul costo del danaro all'1,50 per cento. Tuttavia il contesto di una crescita economica che sta perdendo slancio in maniera anche più evidente del previsto spinge alcuni osservatori ad interrogarsi su quanto, nei mesi a venire, l'istituzione potrà spingersi oltre in queste manovre restrittive.
Inoltre la riunione cade mentre è riesplosa la polemica tra le autorità europee e le agenzie di rating, dopo che le più recenti decisioni giunte da queste ultime hanno rialimentato gli allarmismi sui bond dei paesi periferici in affanno sui conti, Grecia, Portogallo e Irlanda. Oggi sulle agenzie sono piovute critiche da vari paesi e dalla Commissione europea, mentre nei mesi scorsi la stessa Bce aveva avvertito che nel loro operato queste potevano risultare «procicliche», ossia accentuare le fasi di volatilità e tensione dei mercati. Domani l'istituzione potrebbe inoltre chiarire la sua intenzione di accettare i bond greci come collaterale - a garanzia dei rifinanziameti che concede alle banche commerciali - anche se resterà solo una delle grandi agenzie di rating ad assegnare loro valutazioni non da insolvenza. E questo potrebbe attenuare le pressioni dei mercati.
Oggi la vicenda sui rischi di debito ha indebolito l'euro fino a farlo calare a 1,43 dollari. Intanto i dati delle indagini sull'attività delle imprese dell'area euro hanno segnalato un nuovo rallentamento a giugno, con cui la dinamica di ripresa è scesa ai minimi da 20 mesi a questa parte. E dati deboli sono giunti anche dai consumi delle famiglie. Il tutto mentre a dispetto della ripresa in termini di Pil nell'area euro la disoccupazione resta vicina ai massimi toccati nel dopo crisi, sfiorando il 10 per cento a maggio. Tuttavia oggi dati in controtendenza sono giunti dall'industria della Germania, con un aumento degli ordinativi.
C'è però anche il problema dell'inflazione, contro la quale i rialzi dei tassi sono il principale strumento con cui le banche centrali possono cercare di intervenire. Proprio per questo oggi ad alzare i tassi è stata la banca centrale della Cina, 0,25 punti percentuali in più con cui il livello di rifianziamento è salito al 6,56 per cento. Si tratta del terzo rialzo da inizio anno da parte delle autorità cinesi, che fronteggiano una dinamica di inflazione anche più elevata di quella che c'è in Europa, sulla spinta dei rialzi di petrolio e alimentari. Domani dalla Bce la decisione sui tassi è attesa alle 13 e 45, mentre alle 14 e 30 il presidente Jean-Claude Trichet terrà la consueta conferenza stampa esplicativa.
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