28 marzo 2024
Aggiornato 09:30
La crisi del debito | Grecia

Atene: Non inseguiamo le «agenzia di speculazione»

Il governo greco contro S&P: «L'Europa deve creare una sua agenzia di rating»

ATENE - Alzate di spalle da Atene sull'ultimo allarme lanciato da una agenzia di rating, Standard & Poor's sul debito greco: «non possiamo certo inseguire le ipotesi e le conclusioni» di questi enti, che un portavoce del governo greco, Ilias Mossialos, ha definito «agenzie di speculazioni» piuttosto che di rating. Già nei mesi passati, con le agenzie che hanno declassato le valutazioni sui titoli di Stato greci a livelli talmente bassi da fare del paese uno di quelli indicati come più a rischio nel mondo, Atene ha più volte accusato questi enti di prestarsi a manovre speculative.

L'ultimo spunto di discordia è giunto stamattina. I mercati non avevano ancora fatto a tempo a tirare il fiato, dopo che nel fine settimana i paesi dell'area euro avevano sbloccato il pagamento di una nuova tranche di aiuti al paese, che subito a sollecitare gli allarmismi è tornata Standard & Poor's: affermando che il meccanismo di partecipazione dei privati ai nuovi aiuti a cui stanno lavorando Unione europea e Fondo monetario internazionale verrebbe «probabilmente» equiparato ad una insolvenza sui pagamenti.
Proprio una delle circostanze che si voleva evitare in questo articolato meccanismo, che vedrebbe gli investitori privati detentori di bond greci, in particolare le banche, partecipare su base volontaria rinnovando a scadenza parte dei loro titoli greci con altri bond a scadenza trentennale, oppure in seconda opzione con bond a cinque anni.

Oggi il portavoce del governo greco non ha voluto commentare l'ultima sparata. «La nostra posizione su queste agenzie è nota, così come gli interventi della Grecia presso la Commissione europea - ha detto - per la creazione di una agenzia di rating europea». Perché tra l'altro uno degli aspetti di questi attriti, tra governi e agenzie, è che tutte e tre queste ultime - oltre a S&P, Moody's e Fitch - sono esterne all'area euro. E se oggi risultano particolarmente sollecite nel declassare i paesi dell'area euro, nel 2008 invece avevano omesso di mettere in guardia dal crack di Lehman Brothers, a cui assegnavano i rating più elevati pochi giorni prima che fallisse. Apparentemente, ogni volta che l'Europa compie qualche passo in grado di attenuare le pressioni di mercato sui bond dei suoi paesi periferici, dalle agenzie giunge qualche sviluppo che riaccende gli allarmismi, con uno scenario che tende a ripetersi.