26 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Settore ortofrutticolo

Senza l’accordo su pesche e nettarine manca un importante strumento di controllo del mercato

Il presidente della Cia Giuseppe Politi scrive al responsabile delle Politiche agricole. Disappunto per la mancata ratifica dell’intesa da parte della Gdo

ROMA - Un intervento urgente. E’ quanto sollecita, in una lettera, il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi al ministro delle Politiche agricole, alimentari e Forestali Francesco Saverio Romano. Motivo: la mancata firma, da parte della Gdo, dell’accordo su pesche e nettarine, così importante per fronteggiare la difficile situazione di mercato che già inizia a prospettarsi.
A proposito, nella lettera Politi ricorda che nei giorni scorsi il ministro Romano, come annunciato nella V Conferenza economica di Lecce della Cia, ha promosso un incontro con la Grande distribuzione organizzata, i cui risultati, secondo quanto dallo stesso ministro dichiarato, sono stati positivi. «Da parte nostra l’evento è stato salutato con soddisfazione. D’altronde, da tempo la Confederazione aveva chiesto al governo, sulla base di ciò che è avvenuto, per esempio, in Francia, l’attivazione di un Tavolo di confronto tra agricoltura e Gdo, in maniera da organizzare al meglio una filiera agroalimentare sempre più corta, rendere più trasparenti i meccanismi di formazione del prezzo, evitare speculazioni ed eccesso di posizione dominante».

POLITI - «Nelle passate settimane -scrive ancora il presidente della Cia- avevamo evidenziato, al fine di un più stretto rapporto di filiera, la necessità di un efficace sistema di ‘regolazione negoziata’, nel quale le imprese e le sue rappresentanze concordino apertamente e con il concorso delle amministrazioni pubbliche alcuni principi e disposizioni, da applicare poi nei contratti».
«Oggi, però, con grande disappunto registriamo che -afferma Politi- la Gdo alla prima occasione è venuta meno all’esigenza di rendere più saldi i rapporti di filiera».
«Il testo dell’accordo su pesche e nettarine, che aveva come obiettivo la selezione (in base a regole di mercato più restrittive, quali calibri e categorie) del prodotto da immettere sui mercati per un miglioramento complessivo dell’offerta e un controllo delle quantità, non è stato firmato dai rappresentanti di Federalimentare/Ancc. Non hanno, infatti, inteso condividere la necessità relativa alla questione che tutto il prodotto, sia nazionale, che di importazione, comunitaria ed extra, deve essere oggetto dell’accordo e non solo quello ‘made in Italy’».

SVANTAGGIO COMPETITIVO - «Per la Cia è, dunque, evidente che se le regole restrittive riguardassero solo il prodotto nazionale, la Gdo -sottolinea il presidente della Cia- sarebbe libera di vendere il prodotto importato di livello qualitativo molto più basso, annullando così qualsiasi beneficio di mercato derivante dall’accordo. Si creerebbe, però, soprattutto uno svantaggio competitivo che penalizzerebbe solo i nostri produttori».
«Nonostante il resto dei consiglieri di Ortofrutta Italia fossero d’accordo sul testo messo in votazione, la mancata firma di Federalimentare/Ancc ha, purtroppo, provocato -scrive il presidente della Cia- il rigetto dell’accordo, rispetto al quale è necessaria l’unanimità del Consiglio».
A questo punto il problema diviene molto caldo e, quindi, va affrontato seriamente in tutte le sedi istituzionali. Da qui la richiesta dell’intervento del ministro Romano «in modo che si possa arrivare ad un valido accordo sulle pesche e nettarine. Accordo che potrebbe far da preludio ad un patto generalizzato tra il mondo della produzione e la grande distribuzione».