Pacchetto qualità, audizione alla commissione agricoltura Camera delle organizzazioni cooperative
Le Centrali cooperative: «Rafforzare il provvedimento attraverso efficaci politiche di promozione dei prodotti Dop/Igp»
ROMA – «Lo spirito di semplificazione e razionalizzazione che guida il ‘Pacchetto qualità’ è ampiamente condiviso dalla cooperazione agricola italiana. Tuttavia occorre rafforzare il provvedimento con efficaci politiche di promozione dei prodotti Dop/Igp, con lo sviluppo di accordi di tutela internazionale che pongano fine alle continue contraffazioni di cui sono oggetto questa categoria di prodotti e con la definizione di ulteriori norme di commercializzazione, quale valida misura a garanzia della qualità delle produzioni».
È quanto dichiarato dalle organizzazioni cooperative agricole Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital nel corso dell’audizione svoltasi oggi in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati in merito alle proposte di Regolamento (COM(2010)733) e (COM(2010)738) entrambe riguardanti il cosiddetto «Pacchetto di qualità» dei prodotti agricoli e agroalimentari, in discussione nell’ambito della riforma della Politica agricola comunitaria.
La quota dei prodotti a marchio Dop/Igp si assesta tra il 5% e l’8% del valore della produzione agricola complessiva europea. Inoltre, secondo i sondaggi UE solo l’8% dei consumatori europei è in grado di riconoscere e quindi valorizzare i marchi di qualità comunitari.
«Questi dati – affermano le organizzazioni agricole – dimostrano che c’è ancora molto lavoro da fare, occorre dotare l’agricoltura europea di adeguati strumenti finanziari per investire sulla promozione dei sistemi di qualità. Importante inoltre dare la possibilità agli organismi di tutela dei marchi di qualità di programmare l’offerta, misura che consentirebbe non solo di garantire la stabilità dei mercati ma, soprattutto, di difendere la qualità dei prodotti nella salvaguardia delle produzioni e degli stessi consumatori».
«I marchi di qualità Dop/Igt, Stg - aggiungono le tre Centrali cooperative - sono importanti per la crescita del sistema agroalimentare italiano e sono un valido supporto per l’export, anche se dobbiamo fare attenzione a non inflazionare il loro utilizzo. In Italia, sono riconosciuti oltre 230 prodotti a marchio ma il 70% del mercato è rappresentato da soli dieci prodotti. Questo ci insegna che prima di iniziare un percorso oneroso di riconoscimento di un prodotto ne andrebbe valutata l’effettiva le potenzialità in termini di quantità prodotte e di sbocchi commerciali».
Infine, le Centrali cooperative esprimono rammarico per il recente smantellamento di numerose norme di commercializzazione esistenti nel settore dell'ortofrutta e sottolineando quanto invece esse siano importanti per il consumatore europeo sia perché garantiscono degli standard minimi di qualità, sia perché forniscono termini di paragone sui prezzi e soprattutto offrono la possibilità di introdurre l’obbligo dell’etichettatura dell’origine dei prodotti agroalimentari.
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