19 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Anteprima Fuorisalone Milano 2011

Dal tricolore alla Cina: ZUO e il design come comunicazione globale tra culture locali

Valerio Maria Ferrari-VMCF atelier presenta la nuova edizione di sedute a scomparsa ZUO partita da Parigi, nel 2008, con «una sedia in una sedia, in una sedia....»

MILANO - ZUO è la trascrizione fonetica dell'ideogramma cinese ACCOMODATI che quest'anno Valerio Maria Ferrari ha trasformato in un delicato traforo e inserito nello schienale delle sue nuove sedute a scomparsa.
Le sedie ZUO sono l'evoluzione di un lavoro iniziato nel 2008 nel foyer del Théâtre de l’Atelier di Parigi con la collezione sperimentale di tavoli e sedute a scomparsa «A Chair in a chair in a chair in a chair...» , proseguito nel 2009 con le sedie Boucle d’or (citazione della favola «Boccoli d’oro e i tre orsi») e approdato nel 2010 alla collezione tricolore «A Statuto Speciale», un progetto che raccontava «l'Unità d'Italia» come melting-pot culturale.

«C'è qualcosa di universale nei gesti e nelle relazioni umane: invitare qualcuno ad accomodarsi, a sedersi accanto a noi (in Cina come in Europa) vuole dire: raccontami, resta con me... difficile immaginare un luogo in cui questo non avvenga quotidianamente. Più che un prodotto, le sedute ZUO sono una traduzione, nel linguaggio universale dei segni e degli oggetti, di una necessità e di un piacere. Sedersi accanto a qualcuno che possa raccontarci qualcosa di nuovo e lontano...».
Valerio Maria Ferrari-VMCF

Nome: ZUO
Composizione: coppia di sedie
Materiali: acciaio verniciato (spessore 3mm)
Colori: Verde scuro Pantone 335
Dimensioni per sedia: 45x48x50

«Ogni pensiero architettonico, anche il più essenziale, rigoroso o minimalista è forma ornamentale rispetto alla natura. Siamo invisibili macchine che generano sistemi.» V.M.F.

Nato a Milano nel 1963, Valerio Maria Ferrari già durante gli anni di studio al Politecnico di Milano ha ampliato i suoi confini progettuali, dall'architettura alle scenografie teatrali, alle installazioni artistiche. Le esperienze multidisciplinari non sono sporadici sconfinamenti di campo (per alcuni anni è stato assistente di Piero Faggioni per la scenografia e la regia d'opere liriche, ha inoltre operato in ambito filosofico tenendo alcuni seminari di Estetica al Politecnico di Milano) ma aperture di strade parallele.
Tra il 1990 e il '93, ha lavorato con il pittore, architetto Roberto Sebastian Matta (1911-2002), in particolare per il progetto Verbo America - Centro di Cultura a Santiago del Cile.
Il suo studio VMCF ATELIER-Virtual Machine Concept Facilities nasce nel 2003 proprio dalla poliedrica biografia professionale che lo contraddistingue.
Lo studio ha sede a Milano e Parigi, entrambe attive nei diversi settori progettuali.
L’interessamento ai sistemi dell’arte, sia nell’ambito teatrale, musicale e artistico contraddistinguono il suo lavoro di architetto. Di questa caratteristica si ritrovano tracce non solo nelle varie installazioni (Traces, Hong Kong 2008) o scenografie progettate per la danza (sistema ad elastici come schermi di proiezione) ma anche nelle architetture sperimentali - la Casa sull'albero a Ramatuelle, Francia - in quelle più istituzionali - laboratori Farmaceutici a Balerna, Svizzera - negli interventi di interior come Casita, consultorio di psichiatria transculturale a Bobigny e design - A chair in a chair..., per il foyer del Teatro dell'Atelier di Parigi.
Teatro, filosofia e architettura confluiscono da alcuni anni nel progetto globale del Vision Music Facilities Theatre, un teatro di nuova concezione per l'opera e il teatro musicale a cui Ferrari lavora da anni (come un costante «work in progress») e che nell’evolversi delle nuove tecnologie ha trovato un’importante fonte d’ispirazione. Il Vision Music Facilities Theatre è la proposta di una nuova tipologia, replicabile in diverse realtà ed è attualmente al vaglio per possibili realizzazioni.
Accanto all'attività progettuale Valerio Maria Ferrari svolge anche un lavoro di editoria attraverso la rivista D’ici-là in collaborazione con Cinzia Mazzone, Jean-Paul Robert et Brigitte Mestro (il primo numero è stato pubblicato nel 2007).
D’ici-là (da qui a là) vuole interrogarsi su concetti che nascono dall’affiancamento di realtà o situazioni molto distanti tra loro. Arte, architettura, letteratura...punti di vista opposti o diversi che creano d’ici-là un ponte tra alterità.