29 marzo 2024
Aggiornato 16:00
Molto meglio il «fai da te»

Carnevale, ultimi giorni per frappe e castagnole ma a prezzi «d'oro»

Per un chilo di dolcetti della tradizione l’anno scorso si spendevano tra i 15 e i 20 euro, oggi servono tra i 18 e i 25 euro. I consumi restano stabili

ROMA - Il Carnevale entra nella settimana «clou» e con l’aumento di feste, sfilate e cortei mascherati parte anche la corsa alle ultime specialità della tradizione carnascialesca: frappe, castagnole, frittelle e company. Ma quest’anno il consumo dei dolcetti «di stagione» rimane stabile rispetto al 2010, complice l’ennesimo incremento dei prezzi. Se nel 2010 un chilo di frappe costava in media tra i 15 e i 20 euro, quest’anno i costi lievitano ancora, attestandosi tra i 18 e i 25 euro al chilo, per arrivare a punte di 35 euro. Con un incremento medio sull’anno del 12 per cento. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.

Molto meglio, quindi, il «fai da te». La spesa per le frappe fatte in case -osserva la Cia- si può aggirare intorno ai 5 euro sempre per un chilo. Sicuramente si risparmia, e anche di tanto.
In ogni caso, «casalinghe» o di pasticceria, le frappe e le castagnole restano regine delle tavole: in tutto il periodo carnevalesco il consumo di specialità come queste è stimato intorno alle 22 mila tonnellate, esattamente come nel 2010, per una spesa totale che sfiora i 160 milioni di euro (contro i 140 milioni dello scorso anno).

Ma le specialità di Carnevale non sono le stesse in tutte le regioni italiane: si va dalla «cicerchiata» dell’Abruzzo alle «chiacchiere» della Basilicata; dalla «pignolata» in Sicilia e Calabria agli «struffoli» in Campania; dalle «sfrappole» e «lasagnette» in Emilia Romagna ai «crostoli» del Friuli Veneria Giulia; dalle «frappe e castagnole» del Lazio alle «bugie» della Liguria e del Piemonte; dai «tortelli» della Lombardia ai «berlingozzi» ai «cenci», alle «ciambelle» della Toscana, dai «brugnolus» e «orillettas» della Sardegna ai «grostoi» del Trentino, ai «galani» del Veneto.
D’altra parte -conclude la Cia- il Carnevale è una festa che nasce proprio dalla tradizione contadina. Forti, infatti, erano le valenze simboliche legate al mondo agricolo-pastorale: si salutava la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera, la quale, secondo le credenze popolari, dava vita ad un ciclo di stagione opulenta, feconda e fertile per la terra, assicurando ottimi raccolti.