Tremonti: sul debito pubblico l'Unione europea ci darà ragione
«Per lo stato di salute di un paese conta anche il risparmio privato. La Bce ora non tiene conto di questa finanza ombra, ma le banche di investimento sì»
ROMA - Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, è convinto che, alla fine del dibattito in corso con i suoi colleghi sul rafforzamento del Patto di stabilità e della governance economica dell'Eurozona, che entrerà in vigore dal 2015, passerà la posizione sostenuta dall'Italia sulla necessità di tener sotto controllo anche l'indebitamento del settore privato, oltre che il debito pubblico degli Stati membri.
Il ministro, che ha parlato alla fine del Consiglio Ecofin oggi a Bruxelles, si è detto «pronto a scommettere» che vi sarà un «compromesso» fra il parametro di riduzione quantitativa annuale del debito pubblico, per i paesi che superano la soglia di Maastricht del 60% del Pil, e la presa in conto degli «altri fattori rilevanti», dei quali uno dei più importanti è proprio lo stato d'indebitamento del settore privato, la finanza privata che oggi è «in ombra», «opaca», nelle valutazioni della Banca centrale europea (Bce), ma non «nelle analisi delle banche d'investimento».
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