29 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Benzina, rischio sciopero per le feste

A Natale pieno «salato», + 2,2 euro

Federconsumatori: «Gli automobilisti durante le festività spenderanno 48 milioni in più e le previsioni per il nuovo anno non sono migliori»

ROMA - Saranno feste di Natale «salate» per gli automobilisti italiani. L'allarme arriva dalla Federconsumatori: un pieno aumenterà, infatti, di circa 2,2 euro. Ciò significa che per muoversi durante le festività i cittadini sborseranno 48 milioni di euro in più, proprio a causa dell'aumento «ingiustificato» del prezzo della benzina, che torna a volare intorno a 1,47 euro al litro.
«Un pieno costerà poco più di 2 euro per ogni automobilista - spiega Rosario Trefiletti, presidente dell'associazione - Nel mese di dicembre gli italiani avranno speso 102 milioni di euro in più a causa del caro-benzina, nelle ultime due settimane dell'anno sborseranno, dunque, 48 milioni di euro».

Sarà, dunque, un «Natale gelato per i consumi degli italiani - prosegue Trefiletti - e le previsioni per il nuovo anno non sono migliori, non solo per gli automobilisti ma su tutti i fronti. Un segnale molto preoccupante arriva dall'aumento delle tariffe dei servizi pubblici, e in particolare da quelle dei trasporti pubblici locali con un aumento del 30%».
Tutti i segnali che «lasciano presagire festeggiamenti e consumi sotto zero - conclude - e che portano a pensare a un ritorno alla 'stagione calda' del petrolio, vale a dire quando, nel 2008, il costo del greggio aveva superato quota 100 dollari».

Ultimatum di 48 ore al Governo per confermare il bonus fiscale a favore dei benzinai nel testo del Milleproroghe. E' quanto hanno deciso, nel corso di una riunione che si è appena conclusa presso la sede di Confesercenti, le organizzazioni di categoria Faib Confesercenti, Fegica cisl e Figisc/Anisa Confcommercio.
«Se il governo non dovesse confermare il bonus - fanno sapere le organizzazioni - ci riserviamo la proclamazione dello sciopero nazionale durante le festività natalizie».
I gestori, infatti, lamentano che, «nonostante la piena disponibilità manifestata dalla categoria ai tavoli ministeriali tesi a predisporre una sostanziale riforma del settore e a un conseguente contenimento dei prezzi, nessuno degli impegni sottoscritti abbiano avuto concreta attuazione».