29 marzo 2024
Aggiornato 06:00
Milleproroghe

Nessuna risposta alla crisi dell’agricoltura

Il presidente della Cia Giuseppe Politi: ancora una volta il governo si è mostrato sordo alle legittime richieste degli imprenditori agricoli

ROMA - «Ancora una volta l’agricoltura è rimasta senza alcuna concreta risposta. Il decreto ‘Milleproroghe’, approvato oggi dal Consiglio dei ministri, lo conferma in maniera palese. In esso non troviamo traccia dei gravi problemi delle imprese agricole, in termini di interventi per ridurre i pesanti costi delle imprese. Anche in questo frangente il governo si è dimostrato sempre più sordo all’emergenza del settore agricolo. Le aziende sono ormai al collasso, con costi produttivi, contributivi e burocratici opprimenti, con prezzi non remunerativi e redditi sempre più corrosi. Quest’anno più di 25 mila sono state costrette a chiudere». Lo afferma il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi, preoccupato per la difficile situazione in cui vivono gli agricoltori che ogni giorno di più vedono infittirsi i problemi e il loro futuro resta carico di incertezze.

«Era indispensabile che con il «Milleproroghe» venisse reintrodotta l’agevolazione fiscale per l’acquisto del gasolio per il riscaldamento delle coltivazioni sotto serra. Questo, però, non è avvenuto. Nostro auspicio, ora, è quello -sottolinea Politi- che, in sede di discussione parlamentare del decreto, possano essere introdotti i necessari correttivi, a cominciare, appunto, dall’‘accise zero’ sul carburante».
«Come abbiamo espresso un giudizio positivo sulla legge di stabilità che ha reso permanenti le agevolazioni fiscali e contributive a favore della piccola proprietà coltivatrice e delle imprese che operano nelle zone svantaggiate, questa volta dobbiamo riaffermare il nostro più vivo rammarico per la mancata decisione sul gasolio che rischia di aggravare la situazione delle imprese».
«Il ‘caro-gasolio’, d’altra parte, sta avendo effetti devastanti per le aziende. In un anno il prezzo del carburante ha avuto un’impennata del 25 per cento del prezzo del carburante agricolo. Da qui la necessità -conclude Politi- di intervenire tempestivamente».