Assange minaccia: le banche il prossimo bersaglio
Per il Ministro degli Esteri Frattini si rischia «danno sul danno» della crisi economica. Il fondatore del sito rischia incriminazione Usa per spionaggio
ROMA - Dopo la diplomazia negli Stati Uniti ora sono le banche a tremare. All'inizio del prossimo anno, infatti, uno dei principali istituti di credito del Paese dovrà fare i conti con le rivelazioni e le micidiali «fughe di notizie» di Julian Assange: è l'ultimo annuncio del fondatore di Wikileaks, in un'intervista alla rivista Forbes.
«Quando? Quale banca? Quali documenti?»: Forbes ovviamente si è posto la domanda ma ha rivelato che Assange, riservato come sempre, su questo non si sbilancia. Eppure, la rivista ricorda che finora l'uomo ha sempre dato seguito alla sue minacce quindi c'è da prenderlo sul serio. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, che ha già definito gli scoop di Wikileaks «l'11 settembre della democrazia» e ha chiesto la cattura di Assange per capire chi ci sia dietro, ha affermato in un'intervista ad Affaritaliani.it che le preannunciate rivelazioni sulle banche sono preoccupanti, perché rischiano di fare «danno sul danno» della crisi economica mondiale.
Dai documenti diplomatici pubblicati dal sito, oggi intanto è emerso che la Cina è pronta a voltare le spalle al regime di Pyongyang, che si comporta come «un bambino viziato», e ad accettare la riunificazione delle due Coree sotto il controllo di Seoul. E secondo altri file americani, risalenti al 2007, la Cina non intervenne per fermare il trasferimento di pezzi di missili nord-coreani all'Iran, che sarebbero transitati per l'aeroporto di Pechino, suscitando il malcontento di Washington.
Assange, da parte sua, è finito nel mirino delle magistrature di mezzo mondo e sembrerebbe introvabile. Potrebbe essere incriminato per violazione della legge Usa sullo spionaggio. Tuttavia, l'incriminazione non sarebbe imminente, stando a quanto riferito al Washington Post da fonti vicine all'inchiesta avviata dal Dipartimento della Giustizia e dal Pentagono dopo la pubblicazione di 250.000 documenti Usa. Altre fonti hanno fatto sapere che l'Fbi sta inoltre esaminando la posizione di chiunque sia entrato in possesso dei documenti.
Il fondatore di Wikileaks si è rivolto alla Corte suprema svedese per contestare il mandato d'arresto spiccato a suo carico dalla magistratura del Paese scandinavo per una vicenda di stupro. Lo si è appreso dalla stessa corte. «Abbiamo ricevuto oggi il ricorso», ha dichiarato la cancelliera della Corte suprema incaricata del dossier, Kerstin Norman.
Wikileaks nel frattempo è di nuovo sotto attacco informatico, e si tratta di un attacco sempre più massiccio. Lo ha denunciato lo stesso portale attraverso la sua pagina sul social network Facebook. Wikileaks ha chiarito di essere oggetto di un bombardamento «Ddos» (Distributed denial of service), ormai della potenza di 10 gigabits al secondo.