29 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Tasse

Canone Rai, torna l'ipotesi di legarlo al contratto elettrico

ADUC: «Balle, sfascio o ignoranza? Abolire l'odioso balzello!»

FIRENZE - Il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, ha ritirato fuori l'idea di legare il pagamento dell'imposta per il possesso di un apparecchio tv -il cosiddetto canone- al contratto di fornitura di energia elettrica di casa o dell'ufficio (1). Una sua vecchia idea che aveva già bocciato ma che, visto il prossimo avvio delle campagne pubblicitarie che ci prometteranno premi se paghiamo in tempo un'imposta (!!), ha ritenuto di rimettere in gioco; probabilmente per avere qualcosa da dire di fronte al fatto che -come dice lui stesso- l'evasione di questa imposta è intorno al 30% di quelli che lui e la Rai considerano obbligati, cioè tutti coloro che, avendo una residenza anagrafica, sono per questo considerati possessori di un apparecchio tv.

Un vuoto di proposta che, partendo dal presupposto «duro e forte» che nessuno si farà tagliare la corrente pur di non pagare questa imposta, si scontra con un banale problema tecnico: non esiste un unico fornitore di energia elettrica, ma centinaia e centinaia (2), piccoli e grandi, ognuno coi propri problemi, anche economici, e tutti dovranno versare all'Erario/Rai la relativa imposta. Lo faranno gratis o -come è scontato- i contribuenti pagheranno in più per questi nuovi esattori? Non solo, ve l'immaginate le migliaia di contenziosi che la Rai aprirà con questo o quell'altro fornitore perché non paga in tempo o non paga affatto? Siamo noi pessimisti o c'è qualcuno che non ha considerato che la cosiddetta liberalizzazione del mercato elettrico è sostanzialmente una schifezza con varie aziende/banditi che si comportano illegalmente nei confronti degli utenti (le nostre denunce alle Autorità -Antitrust e Energia- sono prassi costanti) e che quando incassano soldi no n dovuti, prima di sganciarli occorre «torturarli»?

Se il nuovo esattore dell'imposta per pagare il cosiddetto servizio pubblico radiotelevisivo è di tal fatta, perché andare ad infilarsi in un simile ginepraio? I casi sono due. O il ministro Romani non ha contezza di ciò che propone o ha deciso che per incassare cento vale anche pagarne cinquanta (ad essere ottimisti).
Come sempre restiamo basiti di fronte a tanta sfrontatezza e ignoranza e ci poniamo già' da molto tempo- una domanda: perché non abolire l'imposta più odiata dagli italiani e, per esempio, seguire modelli come quello spagnolo (i soldi al servizio pubblico arrivano attraverso la tassazione indiretta).
Ovviamente il metodo per levarsi il problema c'è rifugge da artifici vari: privatizzare la Rai e mettere sul mercato un bando per chi meglio potrebbe offrire un servizio pubblico di informazione, servizio che, pero', non dovrebbe essere in competizione con la televisione cosiddetta commerciale, ma solo informare. Ma questa è fantascienza?

Qui il nostro canale web in materia: http://tlc.aduc.it/rai/