24 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Settore lattiero caseario

Quote latte, Fedagri: garantire parità di trattamento tra tutti i produttori

Abrate: «I Cobas mantengono le quote senza pagare le multe. Oltre a 560 produttori inadempienti, ci sono 39mila produttori onesti che vanno tutelati»

ROMA - Garantire parità di trattamento tra tutti i produttori di latte. È questa la richiesta contenuta nel documento di Fedagri-Confcooperative, inviato alle massime autorità politiche, governative e parlamentari, a partire dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dai Ministri competenti e dalle Commissioni parlamentari, fino alle Autorità garanti della concorrenza, all’Antitrust e alla Corte Costituzionale.
«Il nostro intento – evidenzia il Presidente del settore latte di Fedagri-Confcooperative, Tommaso Mario Abrate – non è di tipo vendicativo; vogliamo solo ricordare alle autorità che oltre ai 560 produttori inadempienti, e finora privilegiati dalle assegnazioni dell’ex Ministro Zaia, ci sono altri 39mila produttori che debbono essere tutelati e messi in una condizione di parità competitiva, cosa che fino ad oggi è mancata».

«La riforma 2009 – continua Abrate – fu presentata dall’allora Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia come una decisione giusta ed equilibrata: ai produttori inadempienti venivano assegnate gran parte delle nuove quote ma con due precise condizioni: il pagamento da parte loro delle multe pregresse, con le più ampie dilazioni di tempo, e la costituzione di un plafond di 45 milioni di euro a favore dei produttori in regola, finalizzato a consentire loro di rinnovare i mutui e i debiti contratti per l’acquisto delle quote».
«Ad oggi – sottolinea Abrate - nessuna delle contropartite assicurate è stata applicata: i Cobas mantengono le quote senza pagare le multe, anzi i termini di pagamento sono stati già una volta rinviati e potrebbero essere ulteriormente prorogati, mentre il fondo promesso, seppure formalmente previsto dalla legge 33 del 2009, è rimasto una pia illusione».

«La verità – prosegue Abrate - è che i produttori in regola sono stati illusi, come avevamo ampiamente previsto». Se lo Stato (cosa che sarebbe assai triste, dopo la prova di inefficienza che ha già dato) non è in grado di applicare le normative comunitarie e di evitare l’infrazione in fase di attivazione e la relativa sanzione, che ancora una volta sarebbe a carico di tutti i cittadini, chiediamo allora che i citati produttori rispettosi delle norme – la stragrande maggioranza - vengano messi almeno nelle stesse condizioni degli altri, dando di nuovo loro la possibilità di presentare i ricorsi alla magistratura, sospendendo le rate delle multe ancora da pagare, restituendo loro le multe già versate e rimborsando le spese che hanno sostenuto per l’acquisto delle quote».
«La competitività – conclude Abrate - è una cosa terribilmente seria, vitale per tutti i tipi di attività; presupposto della normativa, e dovere delle autorità preposte, è di assicurare parità di condizioni competitive. È questo che chiediamo con la speranza di avere risposte concrete e tempestive, in modo da porre fine, per le quote latte, ad una situazione scandalosa che solo il nostro Paese ha registrato e continua a registrare tra i 27 aderenti all’Unione Europea».