Tremonti, l'assalto contro i tagli è rinviato
Bondi assente polemico al Consiglio dei Ministri, per Gelmini solo parte dei fondi
ROMA - Tutto rinviato al 'Milleproroghe': lì i ministri proveranno l'ultimo assalto a Giulio Tremonti, per riuscire a strappare qualche risorsa in più oltre a quelle stanziate nelle tabelle della Finanziaria. Perchè al Consiglio dei ministri che ha varato la legge di stabilità margini di modifiche non ce ne erano. Tanto che i ministri più colpiti dai tagli non si sono neanche presentati, nonostante i venti di guerra minacciati ieri: Ignazio La Russa era a Bruxelles, Roberto Maroni a Padova, Sandro Bondi alla Galleria Borghese. Assenze, soprattutto quella del titolare della Cultura, che hanno anche un segnale polemico.
MINISTRO IRREMOVIBILE - Del resto era assente anche il premier Silvio Berlusconi, convalescente dopo l'operazione, l'unico che avrebbe potuto - nelle speranze dei ministri - far 'ragionare' Tremonti. Che invece in conferenza stampa può scendere e assicurare che l'ok al ddl è «stato unanime e condiviso». Ma anche oggi la posizione del titolare dell'Economia è stata irremovibile: i tagli sono semplicemente quelli della scorsa Finanziaria, che essendo triennale fissava i finanziamenti anche per gli anni successivi, avrebbe ricordato Tremonti. In questo spalleggiato da Umberto Bossi, che anche in pubblico ha difeso il titolare dell'Economia: «Io lo difendo come sempre. Lui è come Otto von Bismarck, il cancelliere di ferro».
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