24 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Sicurezza alimentare

Ogm: bene la posizione delle Regioni

CIA: «Ora il governo s’impegni a livello Ue e predisponga subito una legge che vieti in Italia le colture biotech»

LECCE - Il presidente della Cia Giuseppe Politi accoglie positivamente la decisione sulla coesistenza dei governatori, che conferma il parere già espresso dagli assessori all’Agricoltura. Contro le colture transgeniche si è espressa la maggioranza dei cittadini e degli agricoltori italiani.

«Dopo che anche i presidenti delle Regioni, facendo propria la decisione assunta dagli assessori all’Agricoltura, hanno rinviato il parere sulle linee guida relative alla coesistenza in attesa della nuova normativa Ue, il governo non può che prendere atto di una posizione chiara che rispecchia l’opinione della stragrande maggioranza dei consumatori e degli agricoltori che sono per un’Italia Ogm-free». Così il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi ha commentato positivamente l’orientamento dei governatori.

«Ora, dunque, il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Giancarlo Galan e il governo nel suo insieme devono tenere conto di questo parere e impegnarsi a livello comunitario perché vengano confermate le nuove indicazioni dell’Unione europea sulla libertà per gli Stati di decidere sulle colture transgeniche. E, di conseguenza, predisporre in tempi rapidi un’apposita legge che vieti definitivamente nel nostro Paese le coltivazioni Ogm. In questo modo si porrà fine, una volta per tutte, ai contenziosi tuttora aperti, compresa la sentenza del Consiglio di Stato. Occorre, però, agire bene e presto. Anche per dare le opportune certezze agli agricoltori».

«La decisione delle Regioni è in linea con la posizione della Cia. Ripetiamo, pertanto, che l’agricoltura italiana, tipica e diversificata, non ha bisogno degli Ogm e che - ha rimarcato Politi- è possibile produrre colture proteiche libere da biotech, con beneficio per l’ambiente e la salute, nonché per migliorare il reddito degli agricoltori e degli allevatori».

«La contrarietà della Cia al biotech -ha ribadito il presidente Politi- non è ideologica. E’, al contrario, dettata dalla consapevolezza che l’utilizzazione degli organismi geneticamente modificati può annullare l’unico vantaggio competitivo dei suoi prodotti sui mercati: quello della biodiversità. non è una posizione oscurantista. Si chiede alla scienza di continuare a contribuire alla crescita di questo tipo di agricoltura. E questo lo si può fare senza ricorrere agli Ogm, come, d’altra parte, è avvenuto fino ad oggi con risultati molto importanti».