1 maggio 2024
Aggiornato 23:30
Agricoltura

OGM, Confagricoltura: urgente disciplinare la materia

«Il biotech rischia di rimanere un tabù per il nostro Paese, come è avvenuto per il nucleare, se non c’è la volontà politica di avviare un sereno dibattito»

ROMA - «Per gli Ogm ci auguriamo che la Conferenza Stato-Regioni detti un percorso che tenga conto delle verità scientifiche. Il biotech rischia di rimanere un tabù per il nostro Paese, come è avvenuto per il nucleare, se non c’è la volontà politica di avviare un sereno dibattito con il supporto degli scienziati. Ancora una volta invece registriamo il tentativo di eludere l’urgenza di disciplinare la materia, mentre i maiscoltori italiani per questa moratoria subiscono un danno economico che Confagricoltura ha già stimato in alcune centinaia di milioni di euro ogni anno». Lo sottolinea il presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli Federico Vecchioni, che torna sul tema degli Ogm in relazione al documento delle Regioni sulle «linee guida di coesistenza» (tra agricoltura convenzionale, biologica e transgenica), che dovrebbero definire le loro proposte in materia il 30 settembre.

«Il documento delle Regioni sulle linee guida di coesistenza è così rigido da indurre a pensare che sia stato fatto non per disciplinare ma per vietare - sottolinea il leader di Confagricoltura -. Tra l’altro impone una tassa sulle coltivazioni di Ogm, e una defatigante serie di requisiti amministrativi (compreso un patentino per gli imprenditori e i dipendenti delle aziende con produzioni biotech). Per questo già a luglio abbiamo risposto alla consultazione pubblica sull’argomento promossa dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome, presentando numerose proposte di emendamento al primo documento di linee guida».

«La coesistenza tra varietà tradizionali, biotech e biologiche è possibile - dice il presidente di Confagricoltura - se si stabiliscono le regole comportamentali, sgombrando il campo dai pregiudizi e facendo parlare la scienza. Già nel 2006 ventuno società scientifiche ed accademie italiane in rappresentanza di circa 10 mila scienziati italiani hanno stilato un consensus document in cui si affermava che la coesistenza tra i diversi sistemi agricoli è possibile. Contrariamente a quanto sostenuto da chi il transgenico lo vuole semplicemente bandire dal nostro territorio. A tal scopo è essenziale anche far ripartire la sperimentazione. Per fare ciò basterebbe ufficializzare con decreto i protocolli già approvati in Conferenza Stato-Regioni a fine 2008».