19 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Il caso friulano

Mais Ogm, la Procura conferma reato ma il MIPAAF vuole minimizzare

Slow Food ribadisce la gravità dell’episodio e si aspetta tempi rapidi per la distruzione del campo illegale

ROMA - Ieri mattina il procuratore Luigi Delpino e il sostituto Piera De Stefani hanno chiuso l’indagine sui campi di mais di Vivaro e Fanna (in provincia di Pordenone) che sono effettivamente risultati coltivati con una varietà transgenica (il MON 810) non autorizzata per la semina in Italia.
Il decreto penale di condanna prevede per l’imprenditore responsabile dell’illegalità una sanzione pecuniaria e la distruzione del mais biotech. Ora si attendono le decisioni del gip, chiamato a valutare la richiesta del pm.

Intanto il Ministero delle Politiche Agricole, con una nota odierna, comunica i risultati delle analisi di 30 campioni effettuati sui campi limitrofi a quelli ogm: in quindici casi i risultati sono negativi mentre in altri 15 si è riscontata la presenza del MON 810 (nonostante gli agricoltori non abbiano seminato questo tipo di mais).

«La conclusione delle indagini conferma quanto noi di Slow Food e tutte le organizzazioni che fanno parte della Task Force per un’Italia Libera da Ogm andavamo dicendo da tempo: c’è stata una violazione della legge e i campi illegali vanno distrutti» afferma Roberto Burdese, Presidente di Slow Food Italia. «Tuttavia non possiamo ancora dire che sia stata ristabilita la legalità: in primo luogo dobbiamo attendere le decisioni del gip, che ci auguriamo accolga il decreto e ci auguriamo lo faccia al più presto; in secondo luogo non possiamo non esprimere il nostro disappunto per quanto è scritto nella nota del Ministero.»
Nel portare a conoscenza del risultato delle analisi, nella nota del MIPAAF si sottolinea infatti che - laddove è stata riscontrata - la presenza di MON 810 è comunque inferiore alla soglia dello 0.9% che costituisce il limite stabilito dal regolamento comunitario, oltre il quale gli alimenti e i mangimi sono considerati, tecnicamente e giuridicamente, geneticamente modificati. La nota aggiunge inoltre che tali risultati sono già in possesso della magistratura che deciderà il da farsi.

«Non possiamo accettare che il Ministero tenda a minimizzare questa vicenda e per di più lo faccia in contemporanea con la chiusura dell’indagine e prima della decisione del gip. La questione ogm potrà anche essere controversa e dibattuta ma qui per una volta è chiaro a tutti che è avvenuta una semina illegale e che questa semina ha causato la contaminazione di campi limitrofi. Il fatto che, secondo le analisi del Ministero, questa contaminazione sia – per fortuna – estremamente limitata non cambia la natura della vicenda. Dal Ministero non ci sembra di aver sentito nemmeno una parola di condanna nei confronti dell’imprenditore responsabile di questo reato, mentre ci si è precipitati a dire che la contaminazione sembra essere minima (sempre il Ministero ci avverte, però, che altre indagini sono in corso): crediamo che questo sia un grave errore. Se il prossimo anno altri seguiranno l’esempio di Fidenato, potranno contare su altrettanta tolleranza? Il rispetto della legalità vale sempre o vale solo quando fa comodo per combattere battaglie che hanno poco a che fare con l’agricoltura e i suoi (tantissimi) problemi?»