25 settembre 2023
Aggiornato 12:00
«Licenziamento antisindacale»

Fiat, reintegrati i 3 licenziati Melfi

Tre operai sono rimasti senza lavoro a metà luglio per aver bloccato un carrello durante un corteo. Masini: «Eseguire subito sentenza»

ROMA - Il giudice del lavoro ha deciso il reintegro dei tre operai della Fiat di Melfi licenziati dall'azienda. Il tribunale di Melfi ha giudicato «antisindacale» la decisione del Lingotto, che ha mandato via i tre lavoratori (di cui due delegati della Fiom-Cgil) accusandoli di aver bloccato un carrello robotizzato durante una protesta in fabbrica. La sentenza emessa stamattina - spiega Enzo Masini, responsabile auto della Fiom - ha definito illegittimi i licenziamenti ordinando l'immediato reintegro sul posto di lavoro.
I tre operai sono stati licenziati a metà luglio, in una fase di tensione tra l'azienda e i metalmeccanici Cgil, gli unici che non hanno firmato l'accordo per il rilancio dello stabilimento di Pomigliano d'Arco. «La Fiat - sottolinea Masini - deve dare ora immediata esecuzione alla sentenza del giudice».

«REPRESSIONE» - La notizia è stata confermata dal segretario regionale della Basilicata della Fiom, Emanuele De Nicola, secondo il quale «la sentenza indica che ci fu da parte della Fiat la volontà di reprimere le lotte a Pomigliano d'Arco e a Melfi e di «dare una lezione» alla Fiom». I tre operai - Antonio Lamorte, Giovanni Barozzino (entrambi delegati della Fiom) e Marco Pignatelli - furono licenziati perché, durante un corteo interno, secondo l'azienda bloccarono un carrello robotizzato che portava materiale ad operai che invece lavoravano regolarmente.