19 agosto 2025
Aggiornato 05:30
Polemiche sulla manovra

Pd: tagli alla sanità per oltre 1,5 miliardi

L'ex ministro Livia Turco: «Tremonti mente. La destra colpisce il servizio pubblico»

ROMA - Il Pd accusa il ministro dell'Economia Giulio Tremonti di raccontare il falso sui tagli al settore sanità da parte del Governo Berlusconi, invitando a sommare quanto previsto dalla manovra economica a quanto contenuto nel ddl sul governo clinico, oggi in discussione alla Camera.

«Il ddl sul governo clinico e la manovra di Tremonti al Senato - sono due colpi alla sanità pubblica e smascherano la grande beffa orchestrata dal Governo Tremonti-Berlusconi ai danni dei medici, degli operatori sanitari e, perciò, a tutti i cittadini. In tutto -denuncia l'ex ministro della Salute Livia Turco- si tratta di più di un miliardo e mezzo di euro di tagli al Servizio sanitario nazionale. E per fortuna che Tremonti, presentando la sua finanziaria ai giornalisti, aveva assicurato che la sanità non sarebbe stata toccata. Ancora una volta Tremonti-Pinocchio, con i medici e con i cittadini».

«Da una parte - dice Turco, oggi capogruppo Pd in commissione Affari Sociali alla Camera - con il governo clinico, la maggioranza concede alcune prebende con una parvenza di trasparenza nelle nomine che restano invece saldamente in mano alla lottizzazione, e con un finto coinvolgimento nella gestione delle Asl che resta invece saldamente ancorata alla gestione politica del direttore generale. Dall'altro, con la manovra economica, Tremonti toglie risorse al sistema sanitario pubblico e ai medici con una serie di tagli micidiali che mettono a rischio la stessa qualità del servizio ai cittadini. Intanto il blocco del turn over del personale, che causerà vuoti pericolosi in corsia a danno del lavoro e della sicurezza dei pazienti, è confermato.

E poi viene bloccato qualsiasi adeguamento contrattuale per quattro anni a tutti i medici e al resto del personale sanitario, compresi infermieri e giovani medici che non hanno certo stipendi da sogno. E infine c'è il taglio delle risorse per l'acquisto di farmaci ospedalieri importanti per un valore di 600 milioni di euro l'anno.