19 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Fisco

Lista Falciani, 51% sono imprenditori, poi casalinghe

Il 63% dei sospetti evasori dell'elenco vivono in Lombardia. Capitali a San Marino, blitz delle Fiamme Gialle in 16 banche

ROMA - Il 'tesoretto' contenuto nella lista Falciani acquisita dalla Guardia di Finanza è di 6,9 miliardi di dollari Usa. E' la stima che emerge dai primi accertamenti della Guardia di Finanza sulla cosiddetta 'lista Falciani', acquisita materialmente lo scorso 19 maggio. Le posizioni finanziarie al vaglio sono 6.936. Tutte riferite a 2 anni (dall'1 gennaio 2005 al 31 dicembre 2006) per complessivi 5.728 contribuenti, tra i quali solo 133 sono persone giuridiche (società, associazioni). Sono invece 132 i depositi superiori ai 10 milioni di dollari Usa.

La cosiddetta lista Falciani è arrivata in Italia lo scorso 19 maggio. L'elenco era stata sottratta dall'ex dipendente Hervé Falciani alla divisione svizzera del gruppo bancario britannico Hsbc, che ora starebbe collaborando con le autorità francesi per decifrare i dati, da quando il documento è finito nelle mani del procuratore di Nizza, Eric de Montgolfier. Più della metà delle persone fisiche indicate nella lista Hsbc-Falciani sono imprenditori (51%), seguono casalinghe (15%), probabilmente usate come prestanomi fittizi, seguono professionisti (avvocati, dentisti e giornalisti: 14%), dirigenti di azienda (11%), pensionati (4,5%), studenti (2%) e altro (2,5%).

Il 63% dei contribuenti presenti nell'elenco sono in Lombardia, l'11% nel Lazio, il 7% in Piemonte, il 4,5% in Emilia Romagna, il 4% in Veneto, il 3,5% in Toscana, il 3% in Campania come anche nelle Marche, il 2,5% in Trentino Alto Adige, l'1,5% in Friuli Venezia Giulia e in Liguria, lo 0,5 % in Puglia.

Il blitz della Guardia di Finanza - Intanto, sempre sul fronte dei controlli è di oggi il blitz di Guardia di Finanza e dell'Agenzia delle Entrate in sedici banche (per un totale di 78 filiali) e 2 fiduciarie italiane dislocate in sei regioni (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Toscana e Lazio) per verificare il rispetto degli obblighi di legge volti a garantire l'identificazione della clientela. Nel mirino del Fisco intermediari nazionali già emersi nel corso di attività operative finalizzate a contrastare l'evasione fiscale internazionale, le frodi Iva «carosello» e il riciclaggio dei relativi proventi, individuati da fiamme gialle e Agenzia delle Entrate per essere stati utilizzati da contribuenti italiani per eseguire movimentazioni finanziarie illecite destinate alla Repubblica di San Marino.