4 maggio 2024
Aggiornato 06:30
I dati dell'Istat

A febbraio produzione industriale +2,7%

Primo rialzo dal 2008. Positiva la variazione tendenziale annua, mentre resta invariata quella relativa al mese di gennaio

ROMA - La produzione industriale a febbraio ha segnato una variazione positiva del 2,7% (dato sia grezzo sia corretto per effetti del calendario) rispetto allo stesso mese del 2009 e invariato rispetto a gennaio. Lo comunica l'Istat. Si tratta del primo rialzo tendenziale da luglio del 2008 (dato grezzo).

VARIAZIONE CONGIUNTURALE - Nei primi due mesi la variazione rispetto allo stesso periodo del 2009 è stata +1,1 per cento (indice corretto per gli effetti del calendario con 39 giorni lavorativi contro i 40 del 2009). Nel confronto tendenziale relativo al periodo gennaio-febbraio, l'indice grezzo è diminuito dello 0,2 per cento. La variazione congiunturale della media degli ultimi tre mesi rispetto a quella dei tre mesi immediatamente precedenti è pari a +0,9 per cento. La produzione industriale di autoveicoli segna un incremento tendenziale del 16,1% (dato corretto per effetti di calendario). Nei primi due mesi del 2010 l'indice ha segnato un aumento del 31,3% rispetto al periodo gennaio-febbraio del 2009.

SCAJOLA: «RIPRESA IN CORSO» - «L’aumento del 2,7% della produzione industriale a febbraio rispetto allo stesso mese del 2009, segnalato dall’Istat, e’ un’ulteriore conferma del fatto che la ripresa e’ in corso ed e’ la migliore risposta a chi continua a parlare di declino».
Così si è espresso il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, commentando il dato dell’Istituto di statistica che indica il primo rialzo tendenziale della produzione dal 2008. «Tuttavia, la ripresa non e’ ancora stabilizzata: e’ intermittente e resta esposta a rischi di frenate e arretramenti. Per questo il Governo Berlusconi e’ impegnato a sostenere lo sforzo di rilancio delle imprese. Ricordiamo che da giovedì i consumatori potranno acquistare ciclomotori, cucine, elettrodomestici, abbonamenti a internet veloce, motori marini con gli incentivi per 300 milioni».

UIL: «E' UN DATO POSITIVO» - Ancora un dato positivo che testimonia la ripresa, anche se lentamente, dell’economia del nostro Paese. L’aumento della produzione industriale, infatti, rappresenta un primo rialzo tendenziale dall’inizio del 2008 e segue altri indicatori positivi come quelli della forte crescita delle esportazioni italiane verso i Paesi extra Europei e delle importazioni.
Per questo è ancora più necessario fare il punto sulla situazione in termini concreti con un confronto che veda insieme il governo, il sindacato, il sistema produttivo e il sistema bancario, per arrivare a definire una strategia complessiva e progettuale per stabilizzare il possibile sviluppo.
Oggi che si intravede qualche spiraglio è necessaria un’Alleanza per il lavoro e lo sviluppo che istituzionalizzi una sede nella quale concertativamente si possano prendere decisioni per favorire la ripresa dell’intera economia italiana.

CODACONS: «ERA SCONTATO» - Per il Codacons si tratta, purtroppo, di un dato neutro, che non può essere né considerato il segno della fine della crisi, né tanto meno far cantare vittoria al Governo.
Non va dimenticato, infatti, che il + 2,7% rispetto al febbraio 2009 è dovuto esclusivamente al fatto che nel febbraio 2009 la produzione industriale diminuì del 3,5% rispetto a gennaio 2009 e addirittura del 23,7% rispetto al febbraio 2008 (dati grezzi). Si trattava, all’epoca, del dato peggiore dal 1990. Inevitabile, dunque, che ora ci sia un segnale di cambiamento. Il Codacons avanza la previsione che anche il mese prossimo, per le stesse ragioni, ci sarà uno scontato «miglioramento». Ma essere meglio del peggio, non può certo definirsi positivo, né suscitare entusiasmi.r> Purtroppo il Governo, a distanza ormai di più di un anno e mezzo dallo scoppio della crisi, non ha ancora compreso che se vuole aiutare realmente le imprese ed i lavoratori, deve prima aiutare i consumatori. Solo rilanciando i consumi, infatti, potrà riprendere la produzione industriale.
Stanziare la ridicola cifra di 300 milioni per gli incentivi significa che il Governo intende lavarsene le mani della crisi e che ha deciso di restare sulla riva del fiume in attesa che la crisi internazionale finisca naturalmente. La conseguenza di questa scelta irresponsabile sarà un numero di imprese fallite, di disoccupati e di famiglie ridotte sul lastrico senza precedenti e maggiore rispetto a tutti gli altri Paesi UE.