19 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Dopo lo stop alla moratoria sugli OGM

FederBio: i candidati dicano che intenzioni hanno sugli OGM

«Preoccupati per l’autorizzazione europea alla patata transgenica Amflora brevettata dall’impresa chimica Basf»

ROMA - La Sezione Soci Trasformatori e Distributori di FederBio esprime la sua viva preoccupazione per l’autorizzazione europea alla patata transgenica Amflora brevettata dall’impresa chimica Basf.
«Non dice il vero chi invita alla tranquillità sostenendo che la patata biotech avrà un uso industriale per la produzione di carta e colle. I sottoprodotti saranno infatti destinati all’alimentazione degli animali, introducendo così il nuovo OGM nella catena alimentare, col rischio di effetti avversi sulla salute umana e sull’ambiente, rischio che è stato sottolineato anche da due degli esperti scientifici dell’Efsa» dichiara Roberto Pinton, Segretario della Sezione Soci Trasformatori e Distributori.

«Sostenere che dall’utilizzo essenzialmente industriale della patata biotech discende l’assenza di rischi è una mistificazione anche per un altro motivo: la tecnologia degli OGM è ancora imperfetta, i pollini non si curano dei confini delle aziende, si diffondono nell’ambiente e sono in grado di trasferire le loro caratteristiche OGM alle altre coltivazioni convenzionali o biologiche a distanze anche rilevanti».

Che la contaminazione non sia una remota eventualità è dimostrato con chiarezza dal fatto che gli stessi Regolamenti europei la definiscano «tecnicamente inevitabile» e da quello che nessuna compagnia assicuratrice al mondo è disponibile ad accettare polizze per quello che, evidentemente, considera non un semplice rischio di contaminazione, ma un’ineluttabile conseguenza della semina di OGM.

«Una sentenza della Corte suprema canadese ha già sancito che la presenza accidentale nei suoi campi di piante con un DNA OGM impone all’agricoltore il pagamento di royalty al titolare del brevetto: un polline OGM che violi i confini di un’azienda, penetri nei suoi campi e contamini le sue piante, non solo nega la libertà di produrre biologico e OGM-free, ma può rendere il raccolto proprietà dell’industria sementiera titolare della tecnologia, uno scenario che non possiamo accettare», prosegue Pinton.

Visto il rilievo della questione per produttori e consumatori, FederBio chiede ai candidati in lizza per la Presidenza delle 13 Regioni di indicare subito e con la massima chiarezza agli elettori la loro posizione su questa delicatissima materia.