12 ottobre 2025
Aggiornato 17:00
Lavoro & Occupazione

I «non impiegati» sono oltre il 10%. Sacconi: calcolo scorretto

Lo studio della Banca d'Italia somma i disoccupati, i cassintegrati e gli «scoraggiati»

ROMA - La crisi colpisce pesantemente il mercato del lavoro, e circa 2,6 milioni di persone sono «non impiegate», tra disoccupati, lavoratori in cassa integrazione (Cig) e 'scoraggiati'. Alle cifre dell'ufficio studi di Bankitalia, plaude la Cgil, ma il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi parla di una operazione «scientificamente scorretta».

La Banca d'Italia afferma che nel secondo trimestre del 2009, «sommando i lavoratori in Cig e gli scoraggiati ai disoccupati, il numero di persone non impiegate, ma potenzialmente impiegabili, nel processo produttivo» raggiunge quota 2,6 milioni circa. Solo nel secondo trimestre 2008, subito prima del crack di Lehman Brothers, questa cifra era pari a 2 milioni. In percentuale, oltre il 10% della forza lavoro. «Stimiamo - sottolineano i ricercatori di Bankitalia - che, in questo concetto ampio, nel secondo trimestre del 2009 la quota di forza lavoro inutilizzata sia risultata superiore al 10% (10,2%), quasi 3 punti percentuali in più del tasso di disoccupazione (7,4%)».

Cifre che hanno provocato la reazione della Cgil: «Un dato completo, proveniente da una fonte autorevole, dove finalmente emerge il vero stato dell'occupazione in Italia e che il Governo non potrà tacciare come inventato o inattendibile» ha detto il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni.

Ma Sacconi non è d'accordo. «Sommare, come fanno solo la Cgil e il servizio studi della Banca d'Italia, i disoccupati veri e propri con i cassintegrati e addirittura con i cosiddetti 'scoraggiati' è un'operazione scientificamente scorretta e senza confronto con gli altri paesi dove ci si attiene all'autorità statistica» ha dichiarato in una nota il ministro.

Lo studio di Bankitalia afferma inoltre che l'Italia sta uscendo dalla recessione ma la ripresa dell'economia nel prossimo biennio sarà debole, con una forte incertezza legata all'andamento della domanda mondiale e alla debolezza del mercato del lavoro. Il Pil - dopo un drastico calo del 4,8% l'anno scorso - aumenterà dello 0,7% quest'anno e accelererà all'1% nel 2011».