9 maggio 2024
Aggiornato 04:00

Niente riduzione delle tasse se mancano i soldi per pulire le scuole

Intanto l’Istituto Nazionale di Astrofisica in Sardegna chiude il telescopio appena costruito

Il governo ha deciso di rinviare l’appuntamento con la riduzione delle tasse. La delusione è stata generale e tanto diffusa che se ne è fatto portavoce anche Vittorio Feltri in un commento da «fuoco amico» sul «Giornale».
A prescindere dal fatto che molti ci siano rimasti male, è il segnale che le preoccupazioni manifestate dal ministro Tremonti, condivise a malincuore da Presidente del Consiglio, devono essere di una gravità che non ha lasciato spazi di manovra se è vero che Berlusconi, forse per la prima volta, ha dovuto fare marcia indietro rispetto ad un provvedimento che ormai veniva dato per scontato.
Il Premier aveva molti motivi per puntare su una riforma fiscale a breve. E probabilmente ci contava, sebbene autorevoli commentatori, fra i quali Oscar Giannino sulle pagine del Diario del Web, avessero già relegato il provvedimento nella scatola dei sogni ben prima che i telespettatori potessero vedere Berlusconi allargare le braccia a Palazzo Chigi in segno di resa.

Dicevamo delle ragioni che avevano spinto il Presidente del Consiglio a sbilanciarsi su questo tema.
La prima fra tutte non è certo di oggi.
E’ da quando è sceso in campo nel 1994 che Berlusconi si dice convinto che al primo posto per il rilancio dell’economia italiana ci debba essere una riforma del fisco, la sua semplificazione, un alleggerimento del peso su famiglie e imprese. Per una ragione o per l’altra non è riuscito a realizzare questo suo piano e naturalmente gli scotta che gli avversari politici glielo rimproverino come una promessa mancata.
Realizzare il progetto oggi avrebbe avuto inoltre più di una valenza di immagine.
Non a caso aveva lasciato intendere che il fisco fosse al primo posto fra quelle grandi manovre che si prefigge di attuare entro quest’anno.
Inoltre, proposto come piatto forte al suo rientro dopo l’aggressione, il fisco avrebbe avuto anche il compito di zittire chi lo accusa di impegnare troppo il governo nella riforma della giustizia, spinto soprattutto dalle sue vicende personali.
Come ciliegina sulla torta avrebbe potuto accontentare anche Confindustria e sindacati che da tempo reclamano una riduzione delle imposte che gravano su imprese e lavoratori.
Infine avrebbe voluto dimostrare, con i fatti, agli increduli che albergano anche nel suo schieramento, di avere ragione nel credere in quella scuola di pensiero, la quale nega che ad una riduzione delle imposte corrisponda una ripiegamento delle entrate e, viceversa, sostiene che, superato un primo assestamento, dovrebbe avvenire esattamente il contrario.
Come ormai siamo stati informati non avremo il bene di sapere chi ha ragione: se Tremonti o i sostenitori del fisco leggero.

E’ inutile a questo punto anche ritornare sullo stato di salute dei conti pubblici, febbricitanti per deficit e debito, sulla discesa delle entrate e su quegli otto miliardi di euro in più da pagare, come ha ricordato Berlusconi, per l’onere degli interessi.
Prendiamo invece come bene augurante una ripresa, sebbene flebile, della produzione industriale e accettiamo come forieri di una inversione del trend i dati resi noti dell’Abi che registrano un timido ritorno delle banche al proprio mestiere di erogatori del credito alle imprese che ne fanno richiesta, avendo i requisiti per ottenerlo.

Intanto, però, per avere la percezione dell’aria che tira, concentriamoci su due notizie delle ultime ore.
La prima arriva dalla Sardegna. L’Istituto Nazionale di Astrofisica, ormai a secco di finanziamenti fra pochi giorni inaugurerà sull’isola il più sensibile telescopio europeo. Ci sono voluti cinque anni per costruirlo e 67 milioni di euro, ma è destinato a restare cieco e muto perché non ci sono i 3- 4 milioni di euro necessari a farlo entrare in funzione. L’Istituto ha annunciato inoltre che sarà costretto a chiudere anche il telescopio Galileo situato alle Canarie. Quello, per intenderci, che pochi anni fa ha scoperto il più lontano corpo dell’Universo.
La seconda arriva dall’Ufficio regionale scolastico dell’Emilia Romagna che, a corto di quattrini, ha trasmesso questo suggerimento ai presidi del territorio: «Poiché il costo per la pulizia degli impianti igienici è rilevante, pulite i bagni dei ragazzi a giorni alterni anziché quotidianamente».

Anche riferito a quanto abbiamo riportato in merito al fisco, ma soprattutto alla luce di queste due notizie, e di altre dello stesso tenore, che arrivano dall’Italia reale, la domanda che ci poniamo è questa: ma quando parliamo di partito della spesa, partito della lesina, scuole di pensiero economico, sappiamo di che cosa stiamo parlando?
Sappiamo effettivamente in quali condizioni siamo?