Economist: «Distretti industriali non tengono crisi come si sperava»
Settimanale cita diversi casi di centri italiani in difficoltà e gli allarmi del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia
ROMA - I distretti industriali italiani «non hanno resistito alla recessione come si sperava», afferma The Economist. Da un centro di produzione di mobili nei pressi di Matera, a un polo specializzato sul riciclaggio della lana vicino Firenze - peraltro in cui molte attività sono state rilevate da immigrati cinesi - ai centri calzaturieri nelle Marche, ai lanifici di alta qualità di Biella, e altri centri di abbigliamento nel Nord, tra Como e Varese: il settimanale cita una serie di casi di distretti in difficoltà, tra crisi internazionale e crescente concorrenza estera.
Il settimanale cita gli allarmi della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, oltre 90 dei 104 distretti industriali italiani sono in difficoltà. «Non doveva andare così - scrive The Economist in un articolo del numero in edicola domani -. Le aziende italiane avevano sperato che organizzarsi in distretti le avrebbe aiutate a proteggersi dalla concorrenza estera a basso costo».
E in certi casi i distretti hanno funzionato, il settimanale cita Benetton e Geox, che tuttavia hanno esternalizzato all'estero parte della produzione. Ma altre aziende sono invece o troppo piccole o scarsamente equipaggiate per poter fare altrettanto. Oppure «sono fornitori che si ritrovano senza lavoro quando i clienti si orientano aziende estere a basso costo». «Se le previsioni più pessimistiche sono corrette - conclude The Economist - questa situazione difficile porterà alla perdita di un milione di posti di lavoro in Italia quest'anno».
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