Campagna del Giornale e Libero per disdire il canone RAI
Feltri: «Perché passare denaro agli imbonitori della sinistra che insultano coloro i quali non la pensano come loro?»
MILANO - «Non paghiamo più la tassa a Santoro», titola il Giornale in prima pagina. «Rai, si può disdire il canone», gli fa eco - sempre dalla prima - Libero. Parte la campagna dei quotidiani diretti da Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro contro l'abbonamento al servizio pubblico.
I due giornali suggeriscono addirittura come fare pubblicando un fac-simile del modulo da compilare e inviare all'agenzia delle entrate chiedendo la cessazione del canone tv. Costo: 5,16 euro per la raccomandata con ricevuta di ritorno. L'iniziativa nasce contro «le porcherie di Annozero»: «Per quale arcano motivo - scrive Feltri nel suo editoriale in cui confessa che ha deciso di non pagare più il canone - devo passare del denaro agli imbonitori della sinistra che insultano coloro i quali non la pensano come loro, li diffamano e li descrivono quali nemici della democrazia?». E promette: «Nemmeno un centesimo uscirà dalle mie tasche pere consentire all'orchestra rossa di esibirsi».
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