Mangiamo 3.500 euro di cibo a testa, la fetta più grande va al commercio
Zani: «Coldiretti sta operando per una revisione dei rapporti nelle filiere agroalimentari con uno spazio maggiore riservato ai produttori»
MANTOVA - Per mangiare spendiamo 205 miliardi all’anno, di cui 64 fuori casa (ristoranti, pizzerie, ecc.). Complessivamente, la gola degli italiani costa più di 3.500 euro a testa, il 19% del nostro reddito medio ufficiale. Il fatto scandaloso, secondo la Coldiretti, è che i prezzi degli alimenti continuano ad aumentare al consumo e a diminuire alla produzione. «Facciamo un esempio – afferma il presidente provinciale, Gianluigi Zani – il pane e la pasta sono in aumento dell’1% mentre il prezzo dei cereali è calato del 30% rispetto all’anno scorso».
In generale, «i prezzi dei prodotti alimentari – spiega Zani – continuano ad aumentare mentre crollano del 16% i prezzi agricoli alla produzione. La crescita al consumo, senza giustificazione, dimostra che siamo in presenza di pesanti distorsioni, nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola, distorsioni che colpiscono insieme gli agricoltori ed i consumatori».
Secondo la Coldiretti, «questo forte allargamento della forbice produzione-consumo, comporta ricarichi medi di quasi cinque volte. Inoltre, per ogni euro speso dai consumatori, ben 60 centesimi vanno alla distribuzione, 23 all'industria e solo 17 al produttore agricolo». Da qui il progetto della Coldiretti di revisione delle filiere agroalimentari puntando su maggior equilibrio e trasparenza
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