Precari davanti al Miur: oggi «Gelmini dimettiti night»
Presidio permanente con gazebo e camper aspettano inizio a.s.
ROMA - «Noi da qui non ce ne andiamo». A Roma prosegue la protesta dei precari della scuola davanti al Ministero dell'Istruzione, che avvicinandosi all'apertura dell'anno scolastico - quasi in tutte le regioni fissata per lunedì prossimo - sta diventando il 'cuore' delle contestazioni degli insegnanti senza lavoro.
Scesi dal tetto del provveditorato della capitale, da lunedì scorso nei giardini accanto il Miur, i precari del coordinamento romano hanno allestito un presidio permanente, con un gazebo e due camper, per «rimanere a tempo indeterminato» a protestare sotto le finestre del ministro Gelmini «contro i tagli del governo». Secondo la Questura il presidio dovrebbe smobilitare domani sera, ma i precari non hanno nessuna intenzione di levare le tende.
Da molte regioni d'Italia giungeranno infatti nelle prossime ore i delegati ed i rappresentanti dei vari coordinamenti dei precari. In particolare arriveranno le sette docenti 'precarie storiche' del coordinamento di Benevento che, rimaste sul tetto dell'Ufficio scolastico provinciale per una decina di giorni, hanno interrotto la loro mobilitazione proprio per raggiungere Roma ed il Ministero dell'Istruzione.
«Raggiungiamo i precari che si sono accampati davanti al ministero e stanno protestando - ha detto Daniela Basile, portavoce dei Cip sanniti - ed invitiamo tutti i colleghi d´Italia a fare altrettanto. La nostra mobilitazione entra in una nuova fase e lo stesso deve accadere a livello nazionale: deve essere chiaro il nostro netto rifiuto verso i 'contratti di disponibilità' che il governo sta approvando».
Aspettando lunedì e l'apertura delle scuole, nell'ambito della Notte bianca di Roma i precari per questa sera hanno organizzato davanti al Ministero la 'Gelmini dimettiti night' «per chiedere a gran voce le dimissioni del ministro»: la serata si aprirà alle 19.30 con l'esibizione della Banda Jorona, a seguire si avvicenderanno alcuni artisti, come Quirino Paolo, Enrico Capuano ed i Senzaterra.
Previsti anche dibattiti con artisti e intellettuali «per sostenere la lotta per una scuola pubblica che garantisca il diritto al sapere a tutti e sia un luogo di incontro fra le differenze, e non il luogo del disciplinamento dei corpi e della privatizzazione dei saperi».
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