La Bce inchioda i tassi all'1% e rivede in meglio stime del Pil
Trichet: «Possibile crescita prima di metà 2010». Ocse più ottimista
FRANCOFORTE - Mentre dall'economia si moltiplicano segnali incoraggianti e revisioni in meglio delle stime, la Banca centrale europea blocca saldamente la barra dei tassi di interesse all'1 per cento. Livello confermato oggi per il quarto mese consecutivo dal Consiglio direttivo, e che il presidente Jean-Claude Trichet ha lasciato intuire non dovrebbe essere oggetto di variazioni per un certo lasso di tempo. Quanto, si vedrà: per ora i tassi sono «appropriati», ha detto, termine che i mercati interpretano come l'orientamento a non cambiare nulla per l'immediato. Significativo è però che sempre oggi la Bce abbia deciso che anche il prossimo maxi rifinanziamento a favore delle banche a scadenza prolungata, per fine mese, verrà effettuato all'1 per cento. E sono prestiti che durano un anno.
Dopo circa «sette mesi di caduta libera», il quadro dell'economia sembra sempre più orientato a una stabilizzazione tra il secondo trimestre e quello in corso, e «non escludo - ha detto Trichet - che su base trimestrale si possa assistere a un ritorno alla crescita economica prima di metà 2010». Ma allo stesso tempo il capo dell'Eurotower esorta alla massima «cautela», perché «la strada di fronte a noi è molto accidentata», sull'economia «permangono elevate incertezze» mentre la rinnovata «forte volatilità» delle Borse «suggerisce prudenza».
In questa fase «il peggior errore possibile», ha insistito, sarebbe illudersi di esser tornati alla normalità: «Scordiamocelo - ha detto - siamo in un universo che è cambiato. Dobbiamo continuare a fare il nostro lavoro, tutto quello che è stato deciso di fare per rafforzare il mercato va fatto».
Ma i segnali positivi ci sono. Ultimi, oggi, i dati dell'indagine sui responsabili per gli acquisti (Pmi) relativi alle imprese dei servizi dell'area euro, che a loro volta ad agosto hanno mostrato un miglioramento superiore alle stime iniziali. Dinamica simile è stata registrata nel terziario Usa dall'Institute for Supply Management. Intanto il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento della Bce resta all'1 per cento; il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali resta all'1,75 per cento, mentre il tasso che la stessa Bce pratica sui depositi di breve termine che detiene per conto delle banche commerciali resta allo 0,25 per cento.
Gli economisti della Bce hanno rivisto al rialzo le loro previsioni sull'economia dell'area euro. Ora per quest'anno stimano una contrazione del Pil tra il 4,4 e il 3,8 pe cento, a fronte del meno 5,1/4,1 per cento previsto lo scorso giugno. Per il 2010 la stima passa al -0,5/+0,9 per cento, contro il -1/+0,4 per cento indicato tre mesi fa. Sempre oggi anche l'Ocse ha rivisto al rialzo le sue previsioni sul Pil dei paesi avanzati nel 2009. Per l'area euro ora stima una contrazione del 3,9 per cento, contro il meno 4,8 per cento indicato a fine giugno. Per l'Italia prevede un meno 5,2 per cento contro il precedente meno 5,5 per cento.
Nelle ultime settimane «abbiamo visto una serie di buone notizie» per il quadro economico globale e «la ripresa sembra a portata di mano», ha affermato il capo economista dell'Ocse, Joergen Elmeskov, presentando durante una conferenza stampa il rapporto di interim. Tuttavia «diversi fattori frenanti implicano che per un certo periodo di tempo la ripresa sarà lenta».
Sia secondo l'Ocse che secondo la Bce è prematuro pensare di lanciarsi nelle manovre di ritiro delle varie e ingenti misure anti crisi. Tuttavia Trichet è tornato ad insistere sul fatto che per sostenere la fiducia sulla tenuta futura dei conti pubblici è necessario prepararle da subito. Le «exit strategies» serviranno anche a risanare i conti dalle voragini che vi si stanno creando.
Quanto al fronte dell'inflazione, per ora non sembrano emergere sviluppi significativi. L'andamento dei prezzi dovrebbe seguire una dinamica «sommessa», ha proseguito Trichet. «Ci attendiamo che sul medio termine la stabilità si mantenga». Su questa voce oggi i tecnici della Bce hanno effettuato lievi revisioni al rialzo. Per la media di quest'anno prevedono che l'inflazione si attesti tra il più 0,2 e il più 0,6 per cento, mentre per il 2010 si attendono tra il più 0,8 e il più 1,6 per cento. Valori che restano inferiori all'obiettivo della Bce: caro vita «inferiore ma prossimo al 2 per cento annuo» su una media di 18 mesi circa.
Poco mosso l'euro sul mercato dei cambi, che dopo un iniziale rialzo a 1,434 dollari dopo la decisione sui tassi, successivamente ha segnato lievi ripiegamenti. Nel tardo pomeriggio l'euro si attestata a 1,4254 dollari.
- 06/11/2022 La Federal Reserve, ancora aggressiva, alza i tassi di 75 punti al 3,75-4%
- 28/10/2022 La BCE decide il terzo rialzo dei tassi (e non sarà l'ultimo)
- 13/10/2022 FED: «Avanti con l'aumento dei tassi, calo inflazione più lento del previsto»
- 22/09/2022 Fed, non c'è fine alla stretta. Tassi verso il 4,5% a fine anno