PIL, Megale (Cgil): ripresa lontana, Governo convochi tavolo
«Senza interventi debito pubblico oltre 120% nel 2011»
ROMA – «Di fronte al calo tendenziale del PIL di quasi 6 punti segnalato dall’Istat, è difficile immaginare una ripresa vicina: per questo il governo deve convocare le parti per affrontare la crisi». Ad affermarlo è il segretario confederale della Cgil, Agostino Megale, in riferimento ai dati diffusi oggi dall’istituto statistico.
CALO PRODUZIONE - «Già il calo della produzione nello stesso trimestre del 21% - spiega il dirigente sindacale - lasciava pensare che questa crisi fosse più intensa di quella del 1992 e che, allo stesso tempo, si sarebbe registrata una pesante flessione del Pil che non si contava ormai da alcuni decenni». I dati Istat, inoltre, continua Megale, «dimostrano che la nostra economia si è depressa più di quelle anglosassoni e allarmanti sono le reazioni a catena sull’occupazione, con 1 milione e100 mila posti di lavoro in meno, per non parlare dei redditi, degli investimenti e delle entrate dello Stato. Eppure il governo, nonostante le numerose segnalazioni, anche internazionali, continua a non cambiare rotta».
TAVOLO - «Di quali altri segnali - osserva il segretario confederale Cgil - ha bisogno il governo per convocare un tavolo con le parti sociali per affrontare la crisi? Perché si sceglie di restare in coda a tutti i principali paesi industrializzati e non si promuove il dialogo sociale, il confronto di idee e di competenze per portare l’Italia in avanti? Così il debito pubblico tornerà pari a quello degli anni Novanta entro il 2011, sopra il 120% del PIL. Così - conclude Megale - si esce dalla crisi solo per inerzia e in condizioni molto peggiori di prima».
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