Conti pubblici, Megale (Cgil): su calo entrate c’è responsabilità del governo
“Su evasione legge su federalismo fondamentale, necessario confronto”
ROMA - «Accanto ad una legittima aspettativa di riduzione di entrate dovuta alla congiuntura economica negativa, vi è sicuramente una responsabilità del Governo che non aiuta di certo il fisco». È il segretario confederale della Cgil, Agostino Megale, a commentare così i dati diffusi con il supplemento al Bollettino statistico della Banca d’Italia.
La Cgil, spiega, «ha da tempo lanciato l’allarme sul calo delle entrate che nel 2009, a fronte di una caduta del Pil del 4,4%, rischia di essere addirittura superiore a quella del 2008. Solo nel primo trimestre 2009 mancano all’appello 4 miliardi di euro, il 4,8% in meno rispetto allo scorso anno, che rischiano di tradursi in una perdita complessiva di più di 15 miliardi se non si prenderanno seri provvedimenti».
Dai dati di Bankitalia, inoltre, «risulta evidente una corposa ripresa dell’evasione fiscale - osserva il dirigente sindacale - che non può più spiegarsi con il momento negativo dell’economia in generale, ma che è il frutto di precise scelte attuate a partire dalla Manovra Finanziaria dello scorso anno, come ad esempio l’abbassamento della norma sulla tracciabilità riportata da 12.500 euro 5.000 euro e l’abolizione dell’obbligo di allegare alla dichiarazione IVA gli elenchi clienti/fornitori». In tale contesto, continua, «in cui le risorse per gli Enti Locali si riducono, a causa della crisi così come delle scelte di governo, il tema del contrasto all’evasione contenuto nella legge sul federalismo potrebbe giocare un ruolo determinante». Per questo la Cgil auspica l’apertura di un «serio confronto», con il coinvolgimento di tutto il Parlamento, tra Governo, Parti Sociali e Enti locali, «per la costruzione condivisa dei decreti attuativi che renderanno la legge operativa a tutti gli effetti», precisa Megale.
«Pur avendo apprezzato le modifiche apportate al testo, preoccupa il fatto che fino ad oggi non sono stati forniti chiarimenti sui presumibili costi dell’operazione», osserva il segretario confederale nel chiedere «la definizione puntuale di obiettivi, azioni e ruoli dei vari attori istituzionali nei decreti attuativi al fine di attivare in modo capillare meccanismi di vero contrasto ad una pratica decisamente insopportabile, quella dell’evasione, secondo la quale - conclude Megale - oggi in Italia 3 milioni di persone evadono in proporzione più del 60% di quello che pagano regolarmente lavoratori dipendenti e pensionati: una misura pari a più di 100 miliardi all’anno persi dallo Stato».
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