19 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Libro Bianco sul welfare

Guerrini: «Un nuovo welfare che valorizza la centralità della persona»

Il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini apprezza gli obiettivi indicati dal Ministro Maurizio Sacconi

ROMA - «Il ‘Libro bianco’ sul futuro del modello sociale recepisce le sollecitazioni di Confartigianato per rimettere la persona al centro del sistema di welfare e disegnare un modello globale e sostenibile, che spazia dalla sanità integrativa alla previdenza, dalla formazione al sostegno al reddito, fa leva sul federalismo, sull’esperienza della bilateralità e sulla valorizzazione della contrattazione decentrata».

Il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini apprezza gli obiettivi indicati dal Ministro Maurizio Sacconi e sottolinea che le linee tracciate nel Libro Bianco sono uguali a quelle contenute nel nuovo modello contrattuale dell’artigianato, siglato il 21 novembre 2008 e che nei prossimi giorni dovrebbe vedere l’accordo attuativo, basato su un forte decentramento teso a far crescere produttività e retribuzioni e a ridurre il divario tra nord e sud del Paese».

«Siamo pronti – aggiunge Guerrini – ad offrire il nostro contributo per riempire il Libro bianco con provvedimenti efficaci ed in grado di riformare il Paese».
Secondo Guerrini «il welfare deve essere ricostruito ‘a misura’ della nuova realtà sociale, economica ed occupazionale e dei nuovi bisogni dei cittadini-imprenditori. Basta con un welfare che ha prodotto disuguaglianze di trattamento tra categorie economiche e tra lavoratori, in cui ormai sono più i soggetti senza tutele rispetto alle categorie protette».

«Il nuovo welfare – secondo il Presidente di Confartigianato – deve partire dalla domanda di tutela, sicurezza, sanità, benessere dei cittadini: che non significa soltanto previdenza, ma anche le nuove esigenze di assistenza agli anziani, di cura dei bambini, di recupero del disagio sociale, di migliore qualità della vita, di necessità di formazione e aggiornamento professionale. Chiediamo il riequilibrio del sistema di protezione sociale: meno privilegi e meno sprechi, più politiche attive per il lavoro».