PIL, Megale (Cgil): situazione grave, subito stati generali economia
“Occorre manovra deficit spending per rilancio”
ROMA – «Una situazione così grave richiede che si superi l’atteggiamento da ‘formica’ del ministro del Tesoro e si convochino subito gli stati generali sull’economia». È quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Agostino Megale, alla luce delle stime fornite oggi dalla Commissione europea che, dice, «oltre a confermare l’onda d’urto della crisi sul Pil italiano per il 2009, allo stesso tempo sottolineano la totale perplessità di fronte al governo italiano, che infatti non ha realizzato interventi significativi per contrastare la caduta e non ha ancora convocato un tavolo sulla crisi con le parti sociali».
RISCHI OCCUPAZIONE - Eppure, spiega il dirigente sindacale, «la crisi sta provocando dei vuoti nell’occupazione, nei redditi, nel tessuto produttivo delle imprese, nelle entrate dello Stato, nell’avanzo primario. Con un Pil al -4,4% tra il 2009 e il 2010 si perderanno oltre 1 milione e 100mila posti di lavoro, di cui 630mila giovani sotto i 35 anni e 548mila donne». Il Ministero del Tesoro, intanto, «sembra aver preso consapevolezza della gravità della crisi - osserva Megale - ma continua a non predisporre misure urgenti di effettivo sostegno all'occupazione e ai redditi più bassi, agli investimenti delle imprese e a quelli pubblici immediatamente cantierabili. Al contrario, l’unica misura anti-recessiva predisposta dal governo sembra essere l’allentamento della lotta all’evasione fiscale».
MANOVRA DI DEFICIT SPENDING - Per Megale «è ora che finisca l’atteggiamento da ‘formica’ del Ministro del Tesoro: i dati di oggi infatti indicano un aumento senza controllo del debito in rapporto al PIL, nel 2009 come nel 2010, pur in assenza di misure anti-crisi che aumentino la spesa pubblica». Per questo, conclude Megale, «occorre una manovra di deficit spending per rilanciare l’economia e far crescere il Pil in modo che il rapporto con il debito diminuisca. Qui ed ora si gioca il futuro del Paese. Per vederlo bisogna essere meno miopi nelle scelte di governo».
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