24 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Crisi economica

Fammoni (Cgil): per fermare licenziamenti servono impegni concreti

“Appelli non bastano, bisogna essere coerenti”

ROMA – «Per fermare i licenziamenti, come chiediamo da tempo, servono impegni concreti, gli appelli da soli non bastano». Lo afferma il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, parlando della proposta avanzata dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, di chiedere alle imprese una moratoria ai licenziamenti.

«Salvare lavoro in una fase di recessione - spiega - è una necessità fondamentale ma gli appelli da soli non bastano, come dimostra la prima reazione delle imprese e il fatto che nei primi 3 mesi dell’anno sono state presentate 750mila domande di indennità di disoccupazione».

Per Fammoni, infatti, «serve estendere la cassa integrazione ordinaria da 52 a 104 settimane, norme più favorevoli per i contratti di solidarietà e incentivi per il lavoro stabile, così come serve che le risorse pubbliche che saranno investite abbiano vincoli a questo scopo. Ma, soprattutto, serve dare risposte a chi ha perso il lavoro e non riesce ad acceder alla indennità di disoccupazione».

«Chi fa appelli inoltre - aggiunge il dirigente sindacale - deve essere coerente. Mentre non lo sono le norme del governo che hanno cambiato il protocollo welfare e che, proprio in ragione di questo, lasciano i precari senza lavoro e senza risposte; come non lo sono - conclude Fammoni - le norme che licenziano i precari nelle pubbliche amministrazioni».