19 aprile 2024
Aggiornato 17:00

Contratti, Polverini (Ugl): Accordo necessario, migliora i salari

Ieri è stato sottoscritto l’accordo interconfederale sulla riforma della contrattazione

ROMA - «L’accordo interconfederale sui contratti apre un nuovo corso chiudendo la stagione di moderazione salariale inaugurata dal vecchio accordo del ’93 e che da tempo richiedeva un aggiornamento alla luce delle mutate condizioni economiche del paese».
Lo dichiara il segretario generale dell’Ugl, Renata Polverini, che ieri ha sottoscritto l’accordo interconfederale sulla riforma della contrattazione.

«Fino all’ultimo – aggiunge - ci siamo impegnati perché si potesse avere il consenso di tutti. Non è stato possibile ma ciò non poteva precludere il conseguimento di un traguardo necessario. Era doveroso, anche all’indomani della grave crisi economica, che le rappresentanze sindacali e datoriali dessero un segnale concreto ai lavoratori i quali, già dopo l’intesa del 22 gennaio, che abbiamo ampiamente illustrato nei luoghi di lavoro, hanno mostrato di comprendere e apprezzare lo sforzo fatto per definire regole nuove volte ad aumentare salari e non solo la produttività».

Per l’Ugl l’accordo, migliorato rispetto alla prima stesura presentata da Confindustria, soddisfa almeno cinque obiettivi a partire dal mantenimento di un forte ruolo del contratto nazionale, fattore esenziale per l’Ugl, e il riequilibrio del peso dei salari sul prodotto interno lordo. Gli stipendi medi in Italia nell’ultimo decennio sono cresciuti meno di quelli europei. L’applicazione del nuovo indice Ipca, secondo i calcoli del centro studi Iper Ugl, porterà un vantaggio minimo di oltre 2 punti percentuali rispetto a quanto assicurato dall’inflazione programmata.

Guardando ai redditi compresi tra 15mila e 28mila euro, nel triennio 2009-2001, si stima una maggiore disponibilità economica tra i 315 e i 600 euro. Se poi si aggiunge la contrattazione di secondo livello e i benefici retributivi e contributivi correlati, come l’impegno a rendere strutturali gli sgravi contributivi e fiscali legati ai premi aziendali e di risultato, si può stimare una disponibilità economica tra 111 e 184 euro, per un premio di 500 euro, per salire a 496 euro in caso di premio di 1.500 euro per un reddito compreso tra 28mila e 35mila euro. Sommando i benefici derivanti dal superamento dell’inflazione programmata e quelli della contribuzione dei premi aziendali, un lavoratore dipendente con 15mila euro di reddito e un premio di risultato di mille euro l’anno, avrebbe una maggiore disponibilità economica nel triennio di 981 euro.

L’accordo inoltre garantisce il ruolo delle rsu allargando gli spazi di democrazia sindacale; consente, attraverso il secondo livello, di promuovere la partecipazione nei luoghi di lavoro; indica certezza dei tempi della contrattazione e il recupero dell’inflazione. Come è noto, larga parte dei contratti è stata rinnovata sempre in forte ritardo, con il meccanismo della copertura economica a far data dalla scadenza del contratto si contribuirà ad accelerare i rinnovi con benefici diretti per i lavoratori, sperando il sistema delle una tantum che si è rivelato inefficace non avendo garantito l’effettivo recupero di quanto perso per via del ritardo accumulato e poiché non è stato un deterrente nei casi in cui sono stati dilatati i tempi della trattativa. L’Ugl ha chiesto attenzione sul capitolo relativo alla bilateralità affinché si assicuri democraticità nella gestione degli organi e non ci sia da parte dello Stato abdicazione rispetto a propri compiti costituzionali e morali fondamentali.