29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Nuove politiche e strategie per contrastare l’emergenza alimentare

Più agricoltura, più cibo: la sfida decisiva dell’umanità

Centrale il ruolo dei produttori agricoli

Il G-14, promosso dalla Fipa e dalla Cia per il prossimo 17 aprile, vuole dare un fattivo contributo alla soluzione dei gravi problemi, a cominciare da quello drammatico della fame, che oggi affliggono il Pianeta. Dal vertice verranno chiare indicazioni per il G-8 agricolo e per il summit dei «grandi» alla Maddalena a luglio. Il presidente Giuseppe Politi: bisogna dare un forte sostegno ai paesi in via di sviluppo affinché accrescano la loro produzione agricola. Contrastare le speculazioni sui prezzi e dare regole più equilibrate per i mercati e al commercio mondiale. Gestire in maniera razionale la risorsa acqua.

Più agricoltura, più cibo, risorse strategiche per le emergenze alimentari, investimenti nei Paesi in via di sviluppo, regole per i mercati e per il commercio internazionali: sono questi i temi di fondo sui quali ruoterà il G-14 degli agricoltori che, su iniziativa della Fipa (Federazione internazionale dei produttori agricoli) e della Cia-Confederazione italiana agricoltori, si svolgerà il prossimo 17 aprile a Pieve di Soligo (Treviso) alla vigilia del G-8 agricolo organizzato dal governo italiano.

Un appuntamento di grande rilievo i cui lavori, coopresieduti dai presidenti della Fipa Ajay Vashee e della Cia Giuseppe Politi, affronteranno tutti i vari aspetti che oggi caratterizzano la globalizzazione. Da essi uscirà un fattivo contributo per dare all’agricoltura, soprattutto a quella dei paesi più poveri della Terra, un nuovo e forte slancio produttivo e per rimettere al centro delle politiche economiche mondiali proprio gli agricoltori, che possono giocare un ruolo di primaria importanza nello sviluppo e nella lotta alla fame e alla malnutrizione.

Dal G-14 degli agricoltori emergerà, quindi, un chiaro invito ai «grandi» del Pianeta affinché l’agricoltura sia guidata da politiche nuove che ne salvaguardino la funzione trainante e consentano di affrontare le difficili sfide dei prossimi decisivi anni. Sfide che vanno dai cambiamenti climatici alla risorsa acqua, dai mercati al problema delle bioenergie, dalle speculazioni sui prezzi delle materie prime agricole alla tutela dei redditi degli agricoltori, al miglioramento delle filiere produttive.

Il G-14 (invitate delegazioni delle organizzazioni agricole dell’Italia, della Francia, della Germania, della Gran Bretagna, degli Usa, del Canada, del Giappone, della Russia, del Brasile, della Cina, dell’India, del Sud Africa, del Messico, con la partecipazione di uno dei rappresentanti della Repubblica Ceca in qualità di presidente di turno dell’Unione europea) avrà, dunque, l’impegnativo compito di dare importanti risposte ai molti problemi che oggi caratterizzeranno il futuro dell’agricoltura mondiale. Del resto, anche lo stesso tema dei lavori, «Gli agricoltori alla base del sistema agroalimentare globale», semplifica chiaramente la nuova sfida che attende un settore, appunto quello agricolo, che deve dare sostanza e sviluppo alla sua azione determinante.

Siamo di fronte alla necessità di impostare nuovi programmi di sviluppo economico per i paesi poveri, che vedano l’aumento della produttività agricola al centro dell’obiettivo dell’autosufficienza alimentare. Per la realizzazione di questo obiettivo è necessaria una maggiore concertazione tra gli organismi internazionali e i governi nella definizione delle priorità di finanziamento dei progetti di cooperazione e sviluppo.
In tale contesto, il rafforzamento del ruolo delle associazioni dei produttori agricoli -come evidenziato dallo stesso presidente della Cia Giuseppe Politi- è fondamentale per il coinvolgimento diretto degli agricoltori nell’impostazione di una politica di sviluppo in grado di raggiungere l’ambizioso e strategico obiettivo dell’accrescimento della produzione agricola e dello sviluppo rurale.

E questo vuole dire più agricoltura in tutti sensi. Il G-14 ha, di conseguenza, il compito di stimolare iniziative in questa nevralgica azione. Un preciso monito-invito affinché, prima il G-8 agricolo e poi il vertice dei «grandi» in programma nel prossimo luglio alla Maddalena, si prendano adeguate misure e si sviluppino valide strategie. Bisogna, infatti, prendere atto che la crescita demografica ha determinato negli ultimi anni un progressivo aumento del deficit alimentare, che si traduce, per i più poveri del Pianeta, in aumento delle importazioni cerealicole dei paesi occidentali. Le proiezioni di crescita della popolazione mondiale nei prossimi decenni confermano che la dipendenza alimentare dall’estero sarà, per i paesi in via di sviluppo, un elemento di grave crisi economica per molte aree. E questo avverrà anche in molti paesi che si affacciano nel Bacino del Mediterraneo.

In tale ambito, va rilevato che il modello di sviluppo economico dei decenni scorsi, favorito anche dai bassi prezzi internazionali -visto che era più conveniente importare che produrre- ha condotto diversi paesi ad un’eccessiva dipendenza dai mercati. La scarsa produttività dei terreni, l’incremento delle produzioni per biocarburanti, la minore disponibilità di risorse idriche, unite alle politiche economiche discorsive applicate in passato a discapito dello sviluppo locale agricolo hanno causato una crescita massiccia delle importazioni. L’impennata dei prezzi delle materie prime agricole, degli scorsi mesi, ha messo a nudo tale grave situazione. Il problema resta, al momento, insoluto e si evidenzia in tutta la sua cruda realtà il boom demografico e lo spettro della mancanza di cibo per sfamare la terra.

Il vertice del G-14, organizzato dalla Fipa e dalla Cia, dovrà sciogliere questi complessi nodi e dare un concreto contributo. Per questa ragione i lavori, che si articoleranno in due tavole rotonde, avranno precisi temi da affrontare e dibattere: individuare una strategia comune per limitare l’impatto delle crisi alimentari; aumentare gli investimenti in agricoltura per incrementare la produttività aziendale nei paesi in via di sviluppo; rafforzare lo sviluppo rurale per ridurre la povertà; valutare e contrastare l’impatto della crisi finanziaria sull’agricoltura; innovare l’attività agricola per adattarla ai cambiamenti climatici in corso; utilizzare razionalmente le risorse idriche e sostenere lo sviluppo delle bioenergie che non hanno conseguenze sulle produzioni alimentari; gestire e prevenire i rischi in agricoltura; rafforzare il collegamento degli agricoltori ai mercati locali ed internazionali.