4 maggio 2024
Aggiornato 16:00

Giovani: i risultati della ricerca Alai Cisl

«Giovane e Protagonista: per una visione positiva del lavoro»

ROMA - Soddisfatti del lavoro che svolgono, ma insoddisfatti della retribuzione e delle prospettive future. E' lo stato d'animo dei tanti giovani che in Italia lavorano con contratti di lavoro atipici, ovvero contratti a progetto (co.co.pro.) e lavoro in somministrazione (l'ex interinale).
Il dato emerge da una ricerca su un campione di 2.300 giovani di tutta Italia, tra i 18 e i 35 anni (divisi equamente tra uomini e donne; tasso di scolarità medio, il 44,5% diplomati e 30,5% laureati; 45,2% occupati e 48,7% non occupati) presentata questa mattina a Firenze, dove si è aperto il 2° Congresso nazionale dell'Alai Cisl, in programma oggi e domani nel capoluogo toscano (Hotel AC, via Luciano Bausi 5, zona Porta al Prato).

La ricerca, dal titolo «Giovane e Protagonista: per una visione positiva del lavoro», è stata curata, e illustrata stamani, dal professor Stefano Gheno, docente dell'Università Cattolica di Milano e nasce dal desiderio di Alai di indagare la realtà dei giovani nel rapporto con il lavoro attuale o futuro.
Secondo la ricerca il lavoro ricopre un ruolo rilevante nella vita dei giovani, che in esso ricercano principalmente la possibilità di mantenersi, magari per essere indipendenti dalla famiglia di origine o per crearsi una propria famiglia, oltre alla possibilità di realizzarsi come persona. Rispetto al lavoro svolto le persone si sentono soddisfatte per i risultati ottenuti e per come vengono utilizzate le loro competenze, non li soddisfa la retribuzione percepita e le prospettive future.
«Ed è proprio la mancata soddisfazione circa le prospettive future che apre l'importante questione dell'essere 'protagonista' -ha spiegato nella sua relazione Silvia Degl'Innocenti, della presidenza nazionale Alai- perché non si può essere protagonisti senza speranza».

Dall'analisi del campione in relazione a temi come soddisfazione, disagio, stress, si desume che il sentirsi dotati di possibilità aumenta lo star bene dei giovani anche rispetto alla questione del lavoro, li rende più capaci di speranza e di progettualità, meno insoddisfatti e stressati. «Il compito dell'Alai -ha aggiunto Degl'Innocenti- è quello di accompagnare i giovani nel percorso lavorativo guardando al futuro con una visione positiva.«

«Alai in questi anni -ha detto il presidente nazionale di Alai, Ivan Guizzardi- si è sforzata di governare il cambiamento del mercato del lavoro, non demonizzando la flessibilità come mero sinonimo di precarietà, ma sviluppando una duplice azione di contrattazione/mediazione da un lato e di costruzione di specifiche tutele dall'altro.«
Al Congresso Alai partecipano 130 delegati in rappresentanza dei circa 30 mila iscritti all'Alai in tutta Italia. Oggi nel nostro paese sono quasi un milione e mezzo le persone con contratti di lavoro atipico. 800 mila sono i titolari di contratti a progetto (esclusi pensionati, amministratori e titolari di un altro rapporto di lavoro tradizionale); 576 mila, nel 2007, sono state le persone con almeno una 'missione' di lavoro in somministrazione (ex interinale); circa 20 mila i Lavoratori Socialmente Utili, quasi completamente concentrati nel Mezzogiorno. Gran parte di questi contratti riguardano giovani, ecco perché l'Alai ha scelto di mettere al centro del congresso il rapporto, spesso difficile, tra i giovani e il mercato del lavoro.