29 marzo 2024
Aggiornato 11:00

Crisi, Francia: Sarkozy inflessibile malgrado pressioni piazza

Niente nuove misure per lavoro e stipendi

PARIGI - Il presidente francese, Nicolas Sarkozy resta inflessibile nel suo rifiuto a ricorrere a nuove misure per il lavoro e per gli stipendi, come chiesto ieri durante le manifestazioni in tutto il Paese cui hanno partecipato tra 1,2 e 3 milioni di persone. Il capo dello Stato, che partecipa al vertice dell'Ue a Bruxelles, non ha commentato gli avvenimenti di ieri, ma il primo ministro Francois Fillon e diversi membri del governo hanno avuto il compito di far passare il messaggio.

L'inquietudine dei francesi è «legittima» di fronte alla crisi, ma non ci sarà un nuovo piano di rilancio, né misure sociali o salariali supplementari, hanno sottolineato. «Tutti i francesi sanno che non possiamo andare al di la'» delle misure di 2,6 miliardi di euro annunciate in febbraio in favore delle famiglie più sfavorite, dopo una prima giornata di manifestazioni, ha dichiarato Fillon. Per cercare di spiegare meglio la portata di queste misure, il governo francese ha lanciato una campagna di comunicazione sulla stampa.

Ma dopo le proteste di ieri, con presenze record di partecipanti dalle elezioni di Sarkozy nel 2007, i segnali di malcontento dei francesi si sono moltiplicati. «Il governo non può dire 'aspettiamo', 'vediamo quello che succede'», ha sottolineato il segretario generale del sindacato, Force Ouvrière, Jean-Claude Mailly. Il presidente deve «tenere in considerazione quello che gli dicono i francesi», ha aggiunto la leader del partito socialista, Martine Aubry, per la quale «le misure fin qui adottate non sono all'altezza» della situazione.

Secondo il quotidiano conservatore «Le Figaro», «le cifre parlano chiaro« sulla diffusione del malcontento espresso ieri in piazza dai manifestanti e in particolare dai lavoratori del settore privato. Sulla stessa lunghezza d'onda anche «Liberation», giornale di sinistra, che mette in guardia il governo dal rischio di «frattura» in seno alla società francese. «Nel momento in cui i conflitti sociali si radicalizzano e il rischio di scontri aumenta, il governo non deve commettere l'errore di non ascoltare la protesta democratica, generale, giustificata e approvata dalla maggioranza dell'opinione pubblica», afferma «Liberation».

L'opposizione di sinistra chiede nuove misure di sostegno al potere d'acquisto delle categorie più svantaggiate e delle classi medie dipendenti, e un miglioramento del trattamento per i disoccupati. Secondo le ultime previsioni dell'Istituto nazionale di statistica (Insee), con un PIL in caduta libera (-1,5%) nel primo semestre 2009, sono 387.000 posti di lavoro che si perderanno in Francia nel primo semestre, più di quanto previsto dal governo per l'intero anno (350.000).