BCE: forte deterioramento dei deficit, risanare prima possibile
In 2010 deficit-Pil supererà 3% in 10 paesi su 16 dell'area
FRANCOFORTE - La Banca centrale europea mette in guardia da «un forte deterioramento» delle finanze pubbliche nei paesi dell'area euro, a riflesso sia della crisi economica che delle contromisure adottate, e sprona i governi a «tornare il prima possibile a solide posizioni di bilancio». Deterioramento «diffuso», osserva l'istituzione monetaria nel suo ultimo bollettino mensile, tanto che «è probabile» che per il 2010 il rapporto tra deficit di bilancio e Pil superi la soglia del 3 per cento in ben dieci dei sedici paesi dell'area.
Una deriva che mette a repentaglio la generale fiducia sulla sostenibilità dei conti pubblici e che si riflette nei crescenti differenziali di rendimento (spread) dei titoli di Stato di vari paesi rispetto a quelli della Germania. Citando le ultime previsioni della commissione Europea, la Bce osserva che dall'1,7 per cento del 2008 il rapporto deficit Pil medio dell'area euro dovrebbe salire al 4 per cento nel 2009 e al 4,4 per cento nel 2010.
Il livello medio di debito pubblico di tutta l'area dovrebbe salire dal 68,7 per cento del 2008 al 75,8 per cento nel 2010, già lo scorso anno ha oltrepassato la soglia del 60 per cento - prevista dal Patto di Stabilità e di crescita - in sette paesi. Per l'Italia, dal 2,8 per cento del 2008 è previsto un deficit-Pil al 3,8 per cento nel 2009 ma con un leggero rientro al 3,7 per cento nel 2010. Quanto al debito pubblico italiano, dal 105,7 per cento del Pil dello scorso anno dovrebbe salire al 109,3 per cento nel 2009 e al 110,3 per cento nel 2010, restando di gran lunga il più elevato dell'area.
Le Bce rileva inoltre che queste stime per l'Ue-16 della Commissione «non tengono pienamente conto di tutte le misure di sostegno finanziario», che potrebbero implicare ulteriori aggravamenti, in particolare sui livelli di debito. «I fattori principali» dell'aggravamento delle finanze pubbliche sono il peggioramento del contesto economico, entrate fiscali inferiori alle attese e le misure di stimolo fiscale adottate nella maggior parte dei paesi. Le misure di risposta alla crisi devono quindi essere «mirate e temporanee», avverte la Bce, oltre che tempestive. «L'aumento del disavanzo e del debito rischia di compromettere le fiducia nella sostenibilità dei conti pubblici, inducendo famiglie e società a ridurre i consumi e gli investimenti in previsione di futuri aumenti delle imposte».
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