23 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Riforma del modello contrattuale

Contratti, Polverini (Ugl): “Accordo rafforza salari”

Lo ha detto il segretario generale dell’Ugl, Renata Polverini, nel corso dell’audizione di oggi alla commissione lavoro della Camera sulla riforma degli assetti contrattuali

«L’accordo sulla riforma dei contratti è un segnale che si è voluto dare ai lavoratori in attesa da anni di nuove regole per rafforzare i salari, oltre che al governo affinché, dopo i primi provvedimenti anticrisi, faccia uno sforzo in più per quella fascia intermedia del Paese che ancora non ha ricevuto benefici concreti».
Lo ha detto il segretario generale dell’Ugl, Renata Polverini, nel corso dell’audizione di oggi alla commissione lavoro della Camera sulla riforma degli assetti contrattuali.

«L’accordo del 22 gennaio – ha aggiunto Polverini - conferma la centralità del contratto nazionale, quale elemento di tutela e solidarietà di tutti i lavoratori, nonché la centralità delle rappresentanze sindacali aziendali. Il testo sottoscritto a Palazzo Chigi, rispetto alle formulazioni iniziali che l’Ugl non aveva condiviso, inoltre punta non solo ad aumentare la produttività ma soprattutto a far crescere i salari. Con il nuovo indice Ipca e i rinnovi fissati alla scadenza dei contratti, si pone fine alla stagione delle una tantum e si risolve quel gap salariale che, a causa dei sistematici ritardi nei rinnovi contrattuali e l’applicazione dell’inflazione programmata, hanno contribuito all’impoverimento salariale degli ultimi anni. Abbiamo calcolato che il nuovo calcolo dell’inflazione, rispetto al vecchio modello, comporterà un vantaggio minimo di oltre due punti percentuali».

Secondo le stime dell’Istituto di ricerche Iper-Ugl, in riferimento ai redditi da lavoro dipendente tra i 15 mila e i 28 mila euro, nel triennio 2009-2011 si stima un maggiore guadagno tra i 315 e i circa 600 euro.

Per il leader dell’Ugl inoltre «la riforma favorisce un avvicinamento del lavoro pubblico e del lavoro privato e promuove, con la contrattazione di secondo livello aziendale, quel processo di partecipazione che l’Ugl rivendica da sempre» mentre per quanto riguarda gli strumenti di bilateralità «devono svolgere un ruolo di sostegno e di integrazione, e non di sostituzione o di arretramento a funzioni demandate allo Stato».