20 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Riforma del modello contrattuale

«Da Bombassei requisitoria su pensiero Cgil»

Così Susanna Camusso, segretaria confederale Cgil, commenta l’audizione del vicepresidente di Confindustria sulla riforma del modello contrattuale alla Commissione Lavoro della Camera

Roma – «Più che la rappresentazione delle opinioni di Confindustria mi sembra sia stata una requisitoria sul presunto pensiero della Cgil». Così Susanna Camusso, segretaria confederale Cgil, commenta l’audizione del vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei, sulla riforma del modello contrattuale alla Commissione Lavoro della Camera.

«Bombassei - dice la dirigente sindacale - si dispiace per il fatto che ‘la Cgil ha deciso di non condividere un processo innovativo’, ma mi domando cosa c'è di innovativo in un accordo che riduce la copertura dei salari rispetto all'inflazione. Il vicepresidente di Confindustria si domanda, inoltre, perchè solo la Cgil non ha firmato l’accordo del 22 gennaio scorso, sottoscritto da tutte le altre parti sociali. Probabilmente - sottolinea - perchè molte associazioni d'impresa hanno capito che l’accordo prevede una diminuzione del reddito dei lavoratori, spia di una tendenza alla competizione al ribasso sui costi e non sulla qualità e l'innovazione, che purtroppo da tempo è la cifra di molta parte del sistema delle imprese e può diventare l’unica ricetta se non si contrasta la crisi a partire dal credito per gli investimenti».

«Tuttora non riusciamo a capire - prosegue Camusso - la necessità di forzare i tempi per chiudere un accordo sulle regole non condiviso dal più grande sindacato, mentre il governo continuava a non decidere sulla crisi, tema che pure dovrebbe essere chiaro a Confindustria. Così come sugli ammortizzatori dove, è noto, che se il governo non stanzia subito la sua parte, aziende e lavoratori resteranno per mesi in attesa, con gravi effetti sulla povertà e i rapporti di lavoro».

«Bombassei, inoltre, da per scontato che la Cgil ci sarà negli accordi interconfederali applicativi. Certo come sempre la Cgil non si assenterà dai tavoli di confronto - precisa la segretaria confederale - ma vogliamo interpretare quell’affermazione come l'interesse di Confindustria a modificare i punti dell’accordo che sono oggetto delle nostre critiche e riguardano, come è noto, la copertura dall'inflazione reale, la contrarietà alle deroghe e la limitazione al diritto di sciopero».

«Infine - conclude Camusso - Bombassei sostiene che la riforma del modello contrattuale, raggiunta con l'accordo del 22 gennaio scorso, migliora l'impianto originario del 1993. Un’affermazione che può essere veritiera solo se il ‘93 viene interpretato sull'inflazione programmata ma, come è noto, i rinnovi non si facevano più su questa base, da quando il precedente governo Berlusconi aveva rotto qualunque nesso tra la politica dei redditi e l’inflazione programmata. Allora si era criticato l’accordo del '93 per la scarsa tutela e crescita dei salari e la poca contrattazione di secondo livello, la nostra critica è proprio che a questi due problemi l'accordo separato del 22 gennaio non da risposte».