Ammortizzatori, Fammoni (Cgil): ministero ripartisca risorse disponibili
“Il ritardo è già gravissimo ed ogni giorno ulteriormente perso comporterà altri problemi per i lavoratori di cui il governo dovrà rispondere”
ROMA - «Il primo atto necessario ed urgente è che il Ministero del Lavoro ripartisca tutte le risorse già attualmente disponibili in attesa del definitivo via libera all’intesa da parte dell’Europa». A chiederlo è il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, dopo l’accordo siglato tra Governo e Regioni relativo alla dotazione economica degli ammortizzatori in deroga per gli anni 2009/10. «Il ritardo - sostiene - è già gravissimo ed ogni giorno ulteriormente perso comporterà altri problemi per i lavoratori di cui il governo dovrà rispondere».
Riforma del sistema attuale degli ammortizzatori - Inoltre, continua, «il governo ha anche in questo caso voluto escludere, nonostante la delega sia ancora attiva, l’ipotesi di riforma dell’attuale sistema degli ammortizzatori. Questo conferma un grave e sbagliato atteggiamento ed evidenzia la volontà di arrivare con diversi provvedimenti a una specie di ‘riforma di fatto’. Al contempo, continua Fammoni, «il governo non ha risolto problemi che devono urgentemente essere affrontati, come i vizi di incostituzionalità presenti nel testo della legge 2 del 2009 verso i quali confermiamo il nostro ricorso alla corte Costituzionale». Così come, «è urgente intervenire sui problemi relativi alla precarietà con norme di accesso alle indennità di disoccupazione ordinaria e con requisiti ridotti, norme certe ed esigibili per collaboratori e somministrati».
Precari P.A. - Al governo, inoltre, Fammoni chiede «una specifica iniziativa per i precari della P.A. e della scuola che confermi la richiesta di blocco dei licenziamenti previsti dal governo e che, in ogni caso, introduca ammortizzatori anche per tutto il settore pubblico». Infine, «è necessario superare i tetti economici per la cassa integrazione». Per il dirigente sindacale della Cgil questi sono «tutti temi che evidentemente dovrebbero far parte di una organica riforma del sistema degli ammortizzatori, ma che devono comunque essere urgentemente risolti perché le scelte sbagliate del governo non si scarichino su lavoratori, disoccupati e precari».