20 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Lavoro irregolare

Il sommerso è ancora una metastasi

Negli ultimi tre anni scoperti 770 mila lavoratori irregolari di cui più della metà completamente in nero recuperati 5,4 miliardi di euro

In 3 anni, dal 2006 al 2008, sono stati scoperti circa 770 mila lavoratori e lavoratrici il cui rapporto di lavoro presentava forme di irregolarità, di cui 392 mila completamente in nero( 1 lavoratore su 2 di coloro trovati irregolari).
Sono state 957 mila le aziende visitate dagli ispettori degli Enti preposti a tale attività (Ministero del Lavoro, INPS, INAIL, ENPALS) e, di queste,  598 mila, ovvero 6 aziende su 10, hanno presentato  forme di irregolarità. Nel corso di tale attività ispettiva, negli ultimi tre anni sono stati recuperati 5,4 miliardi di euro tra contributi e premi evasi, con un incremento tra il 2006 ed il 2008 del 29%.

E’ quanto emerge da una elaborazione della UIL – Servizio Politiche del Lavoro e della Formazione, che ha analizzato i dati del Ministero del Lavoro negli anni 2006-2008.

Nel dettaglio, nel 2008 le aziende ispezionate sono state 323.655 con un incremento del dell’11,5% rispetto al 2006, ma con una diminuzione del 5,6% rispetto al 2007, anno in cui sono state ispezionate 343.004 aziende. 

Nel 2008 le aziende che presentavano irregolarità lavorative sono state 198.496, con un incremento del 9,6% rispetto al 2006, ma in flessione del 9,2% se paragonate alle aziende trovate irregolari nel 2007 (218.561).

Ma non accenna a diminuire il fenomeno dei lavoratori trovati irregolari, infatti nel 2008 sono stati 303.301 unità, con un incremento del 9,4% rispetto al 2007  (277.365 lavoratori irregolari) del 60,2% rispetto al 2006 (189.295 lavoratori irregolari).

Diverso il discorso se si analizzano i dati sul lavoro nero, difatti nel 2008 sono stati scoperti 126.600 lavoratori in nero, con una diminuzione del 10% rispetto al 2007 (140.642 unità), ed in leggero aumento dell’1,6% rispetto al 2006 (124.564 unità).

Questi dati dimostrano, commenta Guglielmo Loy- Segretario Confederale UIL,  come il sommerso sia ancora una metastasi e che, anche in un momento di crisi come questo, in cui si cerca di estendere tutele a chi ne è privo, non si può pensare di abbassare la guardia nei confronti di un fenomeno che produce violazione di diritti e tutele.

I dati dimostrano che le politiche di contrasto al lavoro nero condotte negli anni scorsi, soprattutto con i contratti di emersione e le norme «chiusura cantiere», hanno prodotto una diminuzione di questo fenomeno.

Ma, al contempo, occorre continuare a prestare attenzione e a combattere i fenomeni di fittizi rapporti di lavoro e di elusione contributiva che si nascondono dietro il dato della crescita dei lavoratori irregolari.

Ci preoccupa, quindi, la significativa diminuzione dell’attività ispettiva programmata per il 2009, che pur se prospettata nel segno di una «maggiore qualità» dell’attività ispettiva, rischia di aumentare la sacca di lavoratori in nero e irregolari.

Infatti, per il 2009, le ispezioni programmate  dal Ministero del Lavoro nelle aziende diminuiranno del 24% rispetto al 2008, passando dalle oltre 182 mila aziende ispezionate nel 2008 alle 138 mila del 2009. La diminuzione interesserà, ad eccezione del Piemonte, tutte le Regioni,  a partire dalla Calabria e dall’Abruzzo dove si prevede un calo delle ispezioni rispettivamente del 46,7% e del 37,9%. 

Inoltre, nell’attività ispettiva, non sono chiare quali irregolarità verranno sanzionate, dal momento che le direttive indicano espressamente che si procederà a sanzionare soltanto quelle aziende che presentano irregolarità «sostanziali», senza che si sia stabilito quali esse siano. 

Crediamo, conclude Loy, che sia necessario proseguire la battaglia contro l’irregolarità, intensificando i controlli, dotando di maggiori strumenti e di maggior personale le strutture ispettive, per restituire quei diritti negati al più alto numero di lavoratori e lavoratrici e dare così un segnale che l’evasione e la irregolarità contributiva sono una malattia che si può curare.

Certamente c’è un problema di qualità nell’intervento Ispettivo, a partire da un efficace coordinamento tra le varie amministrazioni competenti, ma c’è, e rimane, un problema di quantità di controlli che il Ministero sembra sottovalutare.

Ma occorrono, certamente, politiche per rendere competitivo il lavoro regolare e disincentivare il sommerso, anche attraverso la diffusione della cultura della legalità e del rispetto delle regole.

Perché è attraverso questa che si rafforza  la garanzia per tutti i soggetti: le imprese per evitare la concorrenza sleale, i lavoratori per non subire una riduzione dei loro diritti e la società, complessivamente, per non convivere nell'insicurezza.

Solo così, facendo «sistema» che si può vincere una battaglia di civiltà e di giustizia sociale.

Infine una riflessione relativa all’enorme quantità delle risorse  «recuperate» grazie all’attività ispettiva: mediamente, in un anno, si incassano quasi 2 Miliardi di Euro, una cifra pari alla quantità di risorse necessarie a dare risposte alla domanda di ammortizzatori sociali che, proprio in questa fase difficile dell’economia, ci proviene dal mondo del lavoro